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07 Dicembre 2024 - 08:00
Dai campionamenti approfonditi del fiume Po sono stati riscontrati frammenti di buste, bottiglie e altri scarti, nonché residui provenienti da scarichi industriali, compongono l'inquinamento da microplastiche che si estende lungo l'intero corso del fiume Po. Le analisi sono state effettuate nella seconda serie di rilevazioni del Manta River Project, in collaborazione con l'Autorità Distrettuale del Po, l'Università La Sapienza di Roma, la struttura oceanografica ARPA Daphne e AIPo. Sebbene la situazione non raggiunga la gravità di altri importanti corsi d'acqua europei, risulta comunque sufficiente a giustificare l'adozione di misure di contenimento e l'applicazione di protocolli di misurazione standard.. I risultati delle dodici rilevazioni mensili, svoltesi tra maggio 2022 e aprile 2023, sono stati presentati ieri, evidenziando i dati raccolti in sei diverse stazioni di monitoraggio.
La stazione di Chivasso, situata nella parte più a monte del fiume, ha registrato il valore medio più elevato di microplastiche, esprimendo una concentrazione di 4,2 particelle per metro cubo d'acqua campionata. Seguono Pontelagoscuro con 2,1 particelle/m³, Boretto con 1,3, Isola Serafini con 1,2, Po di Goro con 1,0 e infine Isola Sant'Antonio con 0,5 particelle/m³.
Dalle analisi condotte, l'Autorità Distrettuale del Po sottolinea che "l'analisi bibliografica indica che attualmente i grandi fiumi europei, come il Reno, il Danubio e l'Elba, situati anch'essi in aree altamente urbanizzate e industrializzate, presentano in generale concentrazioni di microplastiche più elevate rispetto a quelle rilevate nel fiume Po. Tuttavia, alla luce di questo studio dettagliato, si ritiene essenziale armonizzare i protocolli di ricerca a livello comunitario per garantire una comparazione più precisa degli ambienti acquatici".
Tra le microplastiche campionate, i frammenti rappresentano la categoria più frequentemente riscontrata, con una percentuale del 56%. Seguono, con percentuali inferiori, foam (24%), pellet e fogli (entrambi al 7%), granuli (6%) e filamenti (1%). La prevalenza di microplastiche di origine secondaria, come frammenti, foam, fogli e granuli, suggerisce che la maggior parte di queste particelle derivi dalla degradazione di oggetti di plastica di dimensioni maggiori, quali sacchetti o bottiglie, i quali finiscono nelle acque a causa di fonti terrestri.
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