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Ravenna: spray al peperoncino in classe, malori tra gli studenti

Un gesto avventato all'Istituto Ginanni di Ravenna scatena il caos: studenti e docenti colpiti da malori

Ravenna: Spray al Peperoncino in Classe, Malori tra gli Studenti

L'Istituto Tecnico Commerciale Ginanni di Ravenna è stato teatro di un episodio che ha destato non poca preoccupazione. Sabato 14 dicembre, due ambulanze e una pattuglia dei carabinieri sono intervenute d'urgenza presso la scuola di via Carducci, in pieno centro città, a causa di alcuni studenti che avevano accusato lievi malori. La causa? Un'improvvisa nebulizzazione di spray al peperoncino all'interno delle aule.

L'episodio ha avuto origine da un gesto avventato di una studentessa, che ha utilizzato lo spray al peperoncino di una compagna di classe. Quest'ultima, una giovane minorenne, aveva ricevuto lo spray come strumento di autodifesa dal padre, preoccupato per le molestie subite dalla figlia nei pressi dell'istituto. In passato, infatti, la ragazza era stata vittima di episodi inquietanti, tra cui un inseguimento da parte di sconosciuti. Una misura di sicurezza, dunque, che si è trasformata in un imprevisto pericolo all'interno delle mura scolastiche.

LA DINAMICA DELL'INCIDENTE

La studentessa che ha spruzzato lo spray non era la proprietaria della bomboletta. Notando la presenza dello spray nello zaino della compagna, ha deciso di sottrarlo e di utilizzarlo in modo sconsiderato. Secondo quanto emerso, ha nebulizzato un primo spruzzo vicino alla classe e altri nei corridoi, provocando malesseri tra studenti e docenti. Lo spray al peperoncino, noto per i suoi effetti irritanti, può causare sintomi come nausea e difficoltà respiratorie, sebbene di solito non gravi a meno che non venga spruzzato direttamente sul volto a distanza ravvicinata. L'intervento tempestivo del personale sanitario del 118 ha permesso di gestire la situazione senza gravi conseguenze. Gli studenti e la docente colpiti dai malori sono stati visitati e hanno superato indenni i controlli medici. Tuttavia, l'episodio ha sollevato interrogativi sulla sicurezza nelle scuole e sull'uso di strumenti di autodifesa da parte dei minori.

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