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Accoltellamenti a Villa Verucchio: continuano le indagini su Muhammad Sitta, non si esclude la pista religiosa

Il 23enne egiziano, entrato irregolarmente in Italia due anni fa, aveva con sé un telefono cellulare, un rosario musulmano e una copia del Corano

L'accoltellatore di Capodanno ucciso da un carabiniere con colpi d'arma da fuoco sulla strada principale di Villa Verucchio si chiamava Muhammad Sitta ed era un cittadino egiziano di 23 anni. L'intervento si è reso necessario dopo che Sitta aveva accoltellato quattro persone in questa piccola frazione di Rimini, dove da un paio d'anni, il giovane si era stabilito. Aveva iniziato il suo percorso in Italia nel 2022 con un trasferimento irregolare, seguito da una richiesta di asilo politico, che gli era stata concessa. Come rifugiato, era incluso in un progetto ministeriale volto al suo inserimento sociale. Il giovane viveva in un alloggio fornito da una cooperativa sociale a Villa Verucchio. Proprio lì, durante la scorsa notte, ha scelto di attaccare quattro persone con un coltello, ferendole gravemente.

Le prime informazioni raccolte dai carabinieri, sotto il coordinamento della procura di Rimini, indicano che Sitta stava partecipando a corsi di formazione professionale e riceveva un piccolo sostegno finanziario in attesa di un lavoro stabile. Fino ad allora, aveva svolto lavori occasionali, come quello di muratore. Tuttavia, ci sono ancora molte incognite sul passato di Sitta, in particolare sul periodo precedente al suo arrivo in Italia e sui possibili collegamenti internazionali, che la procura sta cercando di chiarire. Al momento della sua morte, Sitta aveva con sé un telefono cellulare, ora sotto ispezione da parte degli investigatori, una misbaha (un rosario musulmano) e una copia del Corano, entrambi tenuti nel suo giubbotto durante l'attacco.

Inoltre, sono stati trovati alcuni scontrini e le chiavi dell'appartamento condiviso, dove sono stati rinvenuti anche un tappetino per la preghiera e un flacone di farmaci antipsicotici. Rimane incerto se Sitta assumesse abitualmente tali farmaci o se fosse sotto il loro effetto – o sotto l'influenza di altre sostanze – al momento degli attacchi. Non risulterebbe essere seguito dal servizio sanitario nazionale. Sono stati predisposti esami tossicologici e un'autopsia per determinare quanti proiettili lo abbiano colpito: al momento si parla di otto, tutti nella zona del tronco. Durante l'aggressione, Sitta è stato ripreso mentre pronunciava frasi in arabo, tuttora in fase di traduzione. Finora, comunque, non sono emersi collegamenti con organizzazioni terroristiche specifiche, ma la procura di Rimini sta valutando ogni possibilità, incluso l'eventuale movente di terrorismo religioso senza un sostegno organizzato. Inoltre, Sitta usava diversi alias, comprese identità sui social, che sono sotto esame da parte degli inquirenti per ottenere nuove informazioni. 

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