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Il caso
26 Marzo 2025 - 17:47
All’Istituto comprensivo Giovanni XXIII di Misano Adriatico, la decisione di esporre sulla cattedra, per una lezione di anatomia, cuori di maiale veri, acquistati dal macello, per mostrare la conformazione degli organi, ha scatenato una vera e propria controversia. La scelta ha suscitato particolare indignazione tra alcuni genitori e attivisti, ritenuta obsoleta e poco rispettosa degli animali.
La dirigenza scolastica ha giustificato l’utilizzo dei cuori di maiale sostenendo che offrono una migliore qualità didattica rispetto ai modelli artificiali disponibili. Tuttavia, secondo la Lav (Lega Anti Vivisezione), la pratica solleva dubbi sia sul piano etico sia su quello sanitario. L’associazione ha raccolto la segnalazione di un genitore indignato e ha avviato un dialogo con la scuola per convincerla a rivedere la decisione.
La Lav ha ricordato che esistono numerose alternative ai materiali biologici, tra cui modelli artificiali, ricostruzioni tridimensionali e simulazioni computerizzate. Queste opzioni, ampiamente utilizzate in contesti educativi, rispettano le linee guida del ministero dell’Istruzione, che con la legge 92/2019 sull’educazione civica promuove il rispetto degli animali come valore fondamentale.
Secondo l’associazione, l’utilizzo di cuori di maiale espone gli studenti a rischi sanitari e invia un messaggio educativo opposto a quello auspicato dalle normative. "Insegnare agli alunni che un animale può essere ridotto a mezzo didattico, anche in presenza di alternative, è contrario agli obiettivi della scuola," ha dichiarato al Fatto Quotidiano Giacomo Bottinelli, responsabile scuola della Lav.
Il caso dell’Istituto Giovanni XXIII evidenzia un dibattito più ampio su metodi didattici e rispetto degli animali. Se da un lato la scuola ritiene la scelta funzionale per la comprensione anatomica, dall’altro numerosi attivisti e genitori sottolineano la necessità di educare al rispetto della vita animale, evitando pratiche superate.
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