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Fratelli moldavi aggrediscono e derubano un disabile: arrestati per rapina e lesioni

Dopo averlo brutalmente picchiato i due individui si sono impossessati del cellulare e di 2.160 euro

Fratelli moldavi aggrediscono e derubano un disabile: arrestati per rapina e lesioni

Immagine di repertorio

Lo scorso 10 gennaio, a Modena, un uomo di 42 anni, disabile e di origini ucraine, ha organizzato un incontro con due fratelli moldavi, di 38 e 42 anni, recentemente conosciuti, con l'obiettivo di trovare un’abitazione in affitto. I due fratelli si erano proposti come intermediari e avevano invitato l'uomo a portare con sé una somma di denaro in contante, al fine di attestare alla controparte la disponibilità economica necessaria. Il 42enne, prelevati tutti i fondi disponibili dal proprio conto corrente, si è diretto con il deambulatore verso una fermata dell’autobus. Durante l'attesa del mezzo pubblico, ha ricevuto una telefonata dai due moldavi, i quali si sono offerti di accompagnarlo. Successivamente lo hanno raggiunto, aiutandolo a salire sul loro veicolo. Tuttavia, una volta a bordo, i fratelli hanno improvvisamente accusato l'uomo di un presunto furto e hanno iniziato a colpirlo con calci e pugni al volto e al corpo, causandogli sanguinamento dalla bocca e lesioni che, in seguito, sono state refertate dal Pronto Soccorso con una prognosi di 20 giorni per una frattura chiusa di due costole.

Dopo averlo brutalmente aggredito, i due individui si sono impossessati del cellulare della vittima e della somma di 2.160 euro, custodita nelle tasche dei suoi indumenti. Inoltre, hanno danneggiato il deambulatore e abbandonato il ferito in via del Mercato, dove è stato successivamente soccorso dal 118 e dai carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Modena. La denuncia-querela presentata dall’uomo è stata trasmessa dai carabinieri alla Procura della Repubblica, che ha assunto la direzione delle indagini delegando accertamenti urgenti. Le prove raccolte hanno permesso di identificare i sospettati e di avanzare nei loro confronti una richiesta al Giudice per le Indagini Preliminari per il reato di rapina in concorso, aggravato dalla particolare vulnerabilità della vittima, e lesioni volontarie aggravate. È stata altresì considerata presente la necessità di una misura cautelare per il pericolo di reiterazione di condotte criminose analoghe o di altri gravi reati commessi con l’uso di armi o altri mezzi di violenza personale; infatti, nei giorni successivi alla rapina, i due indagati avevano gravemente minacciato la vittima, dicendo: "se parli o denunci ti uccidiamo". La richiesta di misura cautelare è stata accolta dal Giudice, che ha ordinato per i due indagati la custodia cautelare in carcere; tale misura è stata eseguita dai carabinieri lo scorso 20 marzo.

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