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La Bohème rivive al Teatro Regio di Parma col nuovo allestimento firmato da Marialuisa Bafunno ed Eleonora Peronetti

La celebre opera di Puccini rivisitata dai giovani talenti under 35

La Bohème rivive al Teatro Regio di Parma col nuovo allestimento firmato da Marialuisa Bafunno ed Eleonora Peronetti

Il capolavoro di Giacomo Puccini, "La Bohème", sarà rappresentato presso il Teatro Regio di Parma il 4 aprile alle ore 20, con repliche previste per il 6, 10 e 12 dello stesso mese. Questo nuovo allestimento è una coproduzione con OperaLombardia e i Teatri di Reggio Emilia, ed è firmato dalla regista e costumista Marialuisa Bafunno e dalla scenografa Eleonora Peronetti, vincitrici del concorso destinato a squadre creative under 35, promosso dal circuito OperaLombardia.

Un altro elemento di novità è la presenza di Riccardo Bisatti, giovane direttore d'orchestra under 35, che salirà per la prima volta sul podio del Regio, guidando la Filarmonica di Parma. I protagonisti di questo terzo titolo stagionale parmense sono: Atalla Ayan nel ruolo di Rodolfo, Roberto Lorenzi in quello di Schaunard, Eugenio Maria Degiacomi nei panni di Benoit, Roberta Mantegna quale Mimì, Alessandro Luongo come Marcello, Aleksei Kulagin nel ruolo di Colline e Maria Novella Malfatti ad interpretare Musetta.

Riccardo Bisatti afferma: "Un'opera caratterizzata non solo dalla tragedia, ma anche dalla commedia; numerosi sono gli episodi in cui il pubblico si lascia andare alla risata nel vedere le azioni dei personaggi. La Bohème è un'opera simmetrica: il primo quadro è imparentato con il quarto sia dal punto di vista di ambientazione sia musicale. A tali quadri vengono contrapposti un secondo di grande massa e movimento e un terzo più descrittivo nella prima parte e nella seconda parte preparatorio alla tragedia dell'ultimo quadro".

Marialuisa Bafunno descrive: "Nella Bohème, la scatola dei ricordi, la vicenda si svolge attraverso gli occhi di un Rodolfo anziano, un artista che arriva dal futuro e ritrova una scatola di latta contenente alcuni oggetti del periodo più felice della sua giovinezza. Una cuffietta rosa, un quaderno di poesie, una candela profumata, una fotografia sbiadita diventano il filo conduttore per un viaggio nel tempo, riportando Rodolfo alla 'bella età d'inganni e d'utopie'. Il ricordo non vive solo nella sua mente ma si materializza sul palcoscenico: una grande scatola si apre svelando la soffitta dove il giovane Rodolfo vive la sua vita da bohémien. La scatola non è un semplice elemento scenico, ma il cuore pulsante della narrazione: un confine sottile tra passato e presente, tra memoria e realtà".

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