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Salute
18 Dicembre 2024 - 18:00
Un uomo di 55 anni di Trevignano, in provincia di Treviso, è morto dopo essere tornato da un viaggio nella Repubblica Democratica del Congo. La notizia ha immediatamente sollevato preoccupazioni legate a una misteriosa malattia che nelle ultime settimane ha causato più di 140 morti nella regione sanitaria di Panzi, nella provincia di Kinshasa. Le autorità sanitarie italiane, in particolare il Servizio Igiene Sanità Pubblica dell'Ulss 2 Marca Trevigiana, stanno investigando un possibile collegamento tra la febbre emorragica che ha colpito l’uomo e la malattia che si sta diffondendo in Congo. Si tratta del primo decesso sospetto in Italia legato a questa patologia.
Altri due casi simili sono stati registrati in Italia: uno a Lucca e l’altro a Cosenza. Entrambi riguardavano persone rientrate dal Congo con sintomi compatibili con quelli della malattia misteriosa. Fortunatamente, i due pazienti sono guariti e sono stati dimessi, ma il decesso di Trevignano alimenta i dubbi sulla reale portata e natura di questa infezione.
Al momento, la causa della malattia in Congo non è stata identificata con certezza. Secondo il Ministero della Salute del Congo, si tratterebbe di una forma grave di malaria, che si manifesta anche con sintomi respiratori. Tuttavia, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) non ha ancora confermato questa ipotesi: i test di laboratorio sono ancora in corso, e i risultati non sono definitivi. Un team di esperti dell’OMS si trova attualmente nella regione colpita per raccogliere nuovi campioni e cercare di identificare con precisione l’agente patogeno.
I sintomi della malattia includono febbre, mal di testa, dolori muscolari, tosse e anemia. Quest’ultima, come spiegato dal professor Giovanni Rezza, non è necessariamente indicativa di una nuova malattia, poiché l’anemia è un problema frequente in Africa. Le prime diagnosi avevano fatto pensare a una malattia respiratoria, ma ulteriori analisi hanno sollevato il sospetto che si tratti di un’infezione complessa, potenzialmente causata da un virus, un batterio o una combinazione di patogeni.
Il Congo è uno dei Paesi con il più alto numero di casi di malaria al mondo, rappresentando il 12% delle infezioni globali secondo il World Malaria Report dell’OMS. Questo potrebbe spiegare perché il Ministero della Salute congolese abbia indicato la malaria come la causa più probabile. Tuttavia, gli esperti non escludono altre ipotesi, tra cui un’influenza grave, un coronavirus o il morbillo. Al momento, si indaga anche sulla possibilità di trasmissione interumana, ma non ci sono evidenze certe a riguardo.
La situazione è resa ancora più critica dalle condizioni sanitarie precarie in Congo. La regione colpita è caratterizzata da una diffusa malnutrizione, che indebolisce il sistema immunitario e rende più difficile per le persone combattere le infezioni. Inoltre, la mancanza di medicinali e di strutture sanitarie adeguate contribuisce all’elevato tasso di mortalità, che colpisce in particolare bambini sotto i cinque anni e adolescenti tra i 15 e i 18 anni.
In Italia, il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità stanno monitorando con attenzione i casi di rientro dal Congo, ma invitano alla calma. Al momento, non ci sono segnali di trasmissione locale della malattia. Tuttavia, la comunità scientifica sottolinea l’importanza di proseguire con le indagini, sia per identificare con certezza l’agente patogeno, sia per comprendere
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