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L’ultima partita di Squid Game: Netflix chiude col botto e noi non siamo pronti

Il sistema risponde al fuoco con tutta la sua forza: sarà guerra totale?

L’ultima partita di Squid Game: Netflix chiude col botto e noi non siamo pronti

Squid Game sta per tornare con la sua terza stagione, e questa volta sarà un addio. Dopo aver stravolto il panorama delle serie TV e raccolto milioni di fan in tutto il mondo, la produzione sudcoreana che ha reso Netflix un fenomeno planetario chiuderà definitivamente il suo cerchio narrativo. La terza stagione, già confermata per il 2025, è stata girata contemporaneamente alla seconda, garantendo una continuità creativa che promette di portare la storia al suo apice emotivo e spettacolare.

Con la seconda stagione, Squid Game ha dimostrato di saper evolvere senza perdere la sua identità. I giochi, sempre più spietati, sono diventati un elemento secondario rispetto alla profondità dei personaggi e alle dinamiche del sistema che li controlla. Gi-hun, il protagonista, si è rivelato ancora più tormentato e determinato a distruggere il sistema dello Squid Game, un’ossessione che lo porta a utilizzare la sua fortuna non per godere dei benefici economici, ma per finanziare una guerra personale contro il male che lo ha segnato.

Hwang Dong-hyuk, mente creativa dietro Squid Game, ha deciso di mettere fine al suo progetto più ambizioso. Scrivere e dirigere una serie così complessa è stato un processo estenuante per il regista, che non ha nascosto le difficoltà e lo stress derivati dall’enorme pressione. Tuttavia, l’idea di chiudere in grande stile ha spinto Hwang a scrivere le ultime due stagioni come un’unica narrazione, suddivisa poi per garantire una migliore fruizione al pubblico. Non è un caso che la seconda stagione abbia avuto solo sette episodi, un numero inferiore rispetto ai nove della prima: una scelta voluta, pensata per accelerare il ritmo e preparare il terreno alla resa dei conti finale.

La narrazione si è fatta più complessa e oscura, esplorando le dinamiche di potere che rendono il Gioco una metafora sociale spietata. Hwang ha dichiarato che la seconda stagione è stata un passo avanti rispetto alla prima, non solo per i colpi di scena, ma per la capacità di sorprendere il pubblico con una struttura narrativa sempre più intricata. Il sistema dietro lo Squid Game non è solo un gioco crudele, ma un’entità che si autorigenera, un meccanismo di oppressione che ricorda le dinamiche del crimine organizzato: potente, invisibile, e pronto a schiacciare chiunque cerchi di ribellarsi.

Le anticipazioni sulla terza stagione non lasciano dubbi: il Gioco continuerà a evolversi, diventando ancora più brutale e sofisticato. Le scene post-credit della seconda stagione hanno suggerito che il sistema si sta preparando a rispondere con tutta la sua forza alle minacce che lo hanno scosso. Gi-hun, catturato alla fine della seconda stagione, sembra destinato a un ruolo ancora più centrale. Potrebbe essere usato come pedina per rafforzare il potere del Gioco, trasformando la sua rivolta in uno spettacolo perverso per i ricchi spettatori che muovono i fili dietro le quinte.

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