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Affitti brevi e CIN obbligatorio: più di 100mila strutture fuori legge, è guerra agli irregolari

Controlli in tutta Italia, multe e denunce per chi non rispetta le normative

Affitti brevi e CIN obbligatorio: più di 100mila strutture fuori legge, è guerra agli irregolari

Il settore degli affitti brevi in Italia sta vivendo una fase di forte trasformazione. Secondo i dati del Ministero del Turismo, al 9 gennaio 2025, circa il 20% delle strutture destinate a locazioni turistiche risulta ancora privo del Codice Identificativo Nazionale (CIN), un requisito fondamentale introdotto dal governo per regolarizzare e monitorare il mercato. Attualmente, tra le 461.115 strutture registrate sulla piattaforma, sono circa 114.458 quelle che non rispettano la normativa. Questo dato rivela come una parte significativa del settore sia ancora fuori legge, con potenziali conseguenze legali per i gestori.

Le sanzioni previste per chi non rispetta queste regole sono piuttosto severe. Chi non registra correttamente il CIN o non lo espone all’ingresso rischia multe che vanno da 500 a 5mila euro, mentre in caso di violazioni più gravi, come la mancata dotazione di estintori e rilevatori di fumo obbligatori, le multe possono salire fino a 6mila euro. Inoltre, chi non ottempera ai requisiti di sicurezza previsti dalle normative regionali o statali rischia sanzioni aggiuntive. 

Le statistiche rivelano anche delle significative differenze tra le regioni italiane. Umbria e Friuli Venezia Giulia, infatti, si trovano in una situazione critica, con solo il 58% delle strutture turistiche registrate e regolari. In pratica, 3 strutture su 5 in queste regioni risultano fuorilegge. Al di sotto della media nazionale, che si aggira intorno all’80%, ci sono anche le Marche, la Puglia, l’Abruzzo e altre regioni, dove almeno due strutture su cinque non rispettano le normative. Queste cifre pongono un enorme ostacolo alla regolarizzazione completa del settore.

Tuttavia, ci sono anche esempi positivi. Basilicata e Valle d'Aosta si distinguono come regioni virtuose, con oltre il 90% delle strutture già in regola con il CIN. Queste regioni hanno adottato tempestivamente le normative previste dal decreto entrato in vigore il 1° gennaio 2025, mettendo in atto un esempio di buona pratica che potrebbe essere seguito da altre aree del Paese.

I controlli sul territorio sono intensificati e le forze dell'ordine stanno svolgendo ispezioni in tutto il territorio nazionale. Recentemente, ad esempio, sono state effettuate verifiche nel Chietino, dove i commissariati di Lanciano e Vasto hanno ispezionato numerosi bed & breakfast e altre strutture ricettive, riscontrando violazioni amministrative. In molti casi, non è stata correttamente comunicata all’Autorità di Pubblica Sicurezza la scheda "Alloggiati", un obbligo fondamentale per garantire la sicurezza degli ospiti. Inoltre, sono state rilevate numerose irregolarità legate alla mancata esposizione del Codice Identificativo Nazionale e alla violazione delle leggi regionali sul turismo, come l’omissione della Scia (Segnalazione certificata di inizio attività). Le multe in questi casi sono arrivate a sfiorare i 10mila euro, con due gestori denunciati per non aver comunicato i dati degli ospiti.

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