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Economia
23 Gennaio 2025 - 12:55
La Banca Centrale Europea (BCE), dopo aver operato quattro riduzioni dei tassi d'interesse nel 2024, sembra destinata a continuare l'allentamento della propria politica monetaria anche nel nuovo anno. Nella prima riunione fissata per il 30 gennaio 2025, è attesa una decisione riguardante un ulteriore taglio del costo del danaro, presumibilmente di un quarto di punto percentuale. Gli analisti prevedono che ulteriori riduzioni potrebbero avvenire anche nella sessione di marzo. La difficile congiuntura dell'industria tedesca costituisce un segnale d'allarme per l'istituzione guidata da Christine Lagarde, la quale si prepara a intervenire al fine di stimolare una crescita economica stagnante in tutto l'Eurozona. In merito all'inflazione, salita al 2,4% a dicembre a causa dei rincari energetici, gli economisti mantengono fiducia nel raggiungimento dell'obiettivo di medio termine del 2% tra il 2025 e il 2026.
Per quanto riguarda la Bank of England, bisognerà attendere la prima settimana di febbraio per conoscere le sue decisioni. Gli analisti ritengono che la diminuzione dell'inflazione (passata dal 2,6% di novembre al 2,5% di dicembre) e la debole crescita economica nel Regno Unito potrebbero indurre Andrew Bailey e i suoi colleghi a optare per una politica di allentamento, con un taglio atteso di 25 punti base. Oltreoceano, la riunione della Federal Reserve del 29 gennaio non dovrebbe portare modifiche ai tassi d'interesse, già ribassati in tre occasioni consecutive nella seconda metà del 2024, mantenendo il tasso ufficiale nel range compreso tra il 4,25% e il 4,50%. Considerando i dati occupazionali, prossimi ai massimi storici, e un'inflazione attestata al 2,7%, non sembra esservi attualmente spazio per ulteriori riduzioni, rinviati alle future riunioni. Tuttavia, l'incertezza legata alle possibili decisioni dell'amministrazione Trump, in particolare l'introduzione di dazi sulle importazioni di beni di consumo, induce la maggioranza degli analisti a prevedere riduzioni non superiori al mezzo punto percentuale per tutto il 2025.
Secondo il report dell'Osservatorio di MutuiOnline.it, il tasso annuo nominale (TAN) medio per i mutui a tasso variabile su 20 e 30 anni è sceso a dicembre sotto il 4%, posizionandosi al 3,93%, con le offerte migliori che si fermano al 3,49%. Un ulteriore taglio di un quarto di punto nella prossima riunione potrebbe far scendere il TAN medio al 3,68%, con le migliori offerte che raggiungerebbero il 3,24%. Nicoletta Papucci, portavoce di MutuiOnline.it, ha affermato: "L'allentamento della politica monetaria da parte della Banca Centrale Europea sta rendendo i tassi dei mutui sempre più competitivi e il mercato ne sta traendo vantaggio. Nel prossimo futuro sarà fondamentale comprendere l'evoluzione dell'inflazione nell'Eurozona e quali saranno le decisioni della Bank of England e della Federal Reserve, dato che differenze nelle politiche monetarie potrebbero indebolire l'euro rispetto a dollaro e sterlina. In attesa delle conferme su ulteriori tagli, le previsioni indicano che già a metà 2025 le migliori offerte per i mutui a tasso variabile potrebbero avere un TAN analogo a quello attualmente medio dei mutui a tasso fisso. In questa prospettiva, gli strumenti di comparazione come MutuiOnline.it saranno cruciali per consentire ai consumatori di individuare le opzioni più favorevoli e risparmiare."
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