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Sprechi alimentari
04 Febbraio 2025 - 20:00
Ogni anno, in Italia, una quantità considerevole di alimenti viene gettata tra i rifiuti: ben 8,2 milioni di tonnellate. Questo dato non solo solleva interrogativi di natura etica e ambientale, ma grava anche in modo significativo sulle finanze dei cittadini, con un costo stimato di 372 euro pro capite, per un totale che sfiora i 22 miliardi di euro. Quali sono le conseguenze di tale fenomeno?
Nell'ambito nazionale, come indicano le analisi condotte da Divulga sui dati Eurostat aggiornati al 2022, emerge che il 76% delle perdite economiche attribuite allo spreco alimentare, pari a 15,8 miliardi di euro, si verifica all'interno delle abitazioni private. Il restante 24% si distribuisce tra vari settori economici: il commercio e la distribuzione rappresentano l'8%, equivalenti a 1,7 miliardi di euro; la ristorazione incide per il 6%, corrispondente a 1,3 miliardi di euro; la produzione primaria costituisce un ulteriore 6%, per un totale di 1,1 miliardi di euro; infine, l'industria alimentare è responsabile del 5%, equivalente a 965 milioni di euro. Il costo economico dello spreco alimentare è solo la punta dell'iceberg. Oltre ai 372 euro che ogni cittadino italiano perde annualmente, esistono costi nascosti che gravano sull'intera società.
La produzione di alimenti richiede risorse preziose come acqua, energia e suolo. Quando gli alimenti vengono sprecati, anche queste risorse vengono vanificate, contribuendo a un impatto ambientale devastante. Le emissioni di gas a effetto serra derivanti dalla decomposizione dei rifiuti organici rappresentano un ulteriore aspetto critico di questa complessa problematica. La filiera alimentare è lunga e intricata, e gli alimenti possono essere persi o sprecati in ogni fase del processo, dalla produzione al consumo finale. Nei campi, raccolti imperfetti o eccedenze produttive finiscono spesso scartate. Nei supermercati, le strategie di marketing e le date di scadenza conducono spesso a un eccesso di offerta. Infine, nelle abitazioni, la mancanza di pianificazione e la scarsa consapevolezza contribuiscono a riempire i cassonetti dei rifiuti.
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