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Rubrica Road to the Oscars 2025

Sugarcane: un documentario scioccante sulla tragica verità dei bambini nelle scuole residenziali canadesi

Una breve recensione sul film di Julian Brave NoiseCat e Emily Kassie

Sugarcane: un documentario scioccante sulla tragica verità dei bambini nelle scuole residenziali canadesi

"Un documentario che è un colpo allo stomaco", le parole usate dal The Hollywood Reporter per descrivere "Sugarcane", il documentario diretto da Julian Brave NoiseCat e Emily Kassie sulla tragica storia vera dei bambini delle scuole residenziali canadesi, vittime di abusi e scomparse nella Riserva della canna da zucchero a Williams Lake. Il film è stato prodotto da National Geographic Documentary Films ed è disponibile per la visione su Disney+.

LA STORIA

Il documentario vede tre storie di tre studenti in una delle scuole residenziali dove venivano commessi reati gravissimi sui bambini da parte dei preti della Chiesa cattolica, in un viaggio nel tempo, dove il trauma verrà affrontato e i falli di un'istituzione verranno portati alla luce un'altra volta, dopo il ritrovamento, nel 2021, di tombe anonime vicino ad un Collegio per indiani nativi gestito dalla Saint Joseph’s Mission.

IL PREZZO DEL PERDONO

Una delle domande esistenziali che nessun essere umano, se non Dio stesso, potrà soddisfare: "posso perdonare una persona che mi ha inflitto il male con cui convivo da tutta la vita?". "Sugarcane" non è affatto un documentario facile da guardare: ascoltare i racconti di quei bambini ora adulti, ma che mantengono lo stesso tono di quando hanno vissuto gli episodi di violenza, è di un dolore quasi nauseante. Una questione che tocca non solo il Canada ma anche l'Europa e soprattutto l'Italia da dove erano partite le prime missioni cristiane: com'è possibile che gli stessi individui, che sono incaricati dalla Chiesa e da Dio stesso, a portare la Buona Novella e l'amore fraterno, a fare un male così inimmaginabile, inspiegabile e ingiustificabile a dei bambini

La storia di Ed Archie, padre di Julian (uno dei registi) è uno di quei casi dove perdonare è una delle ultime opzioni: il viaggio che compie con il figlio, dove lo riporta nei posti dove ha vissuto insieme alla mamma e dove sono stati testimoni oculari di ogni abuso e violenza compiuta sui bambini fa male e guardarlo sullo schermo, cercando di essere forte per il figlio ma dagli occhi ancora di bambino, è una visione alquanto straziante.

Altrettanto dolorosa ma al contempo piena di speranza, è la storia di Rick Gilbert, ora capo della First Nation, che dopo anni scopre di essere figlio biologico di un prete irlandese. Rick, nonostante la scoperta traumatica, si reca comunque a Roma e incontra Papa Francesco, il quale gli chiede perdono per i crimini subiti sulla sua pelle. Rick, che ormai è un devoto credente, e che attraverso la sua fede e il suo esempio, mostra la vera potenza del perdono e della speranza di andare avanti nonostante tutto.

Charlotte invece mostra la sua storia attraverso un ulteriore punto di vista, quello della determinazione nel sapere di più non solo su quello che è successo ai suoi aguzzini ma anche di cercare e ritrovare i compagni che, come lei, sono state vittime di abusi o sono scomparsi nel nulla.

"Sugarcane" è stato candidato all'Oscar per Miglior Documentario, e la sua chance di vincere è alta, non solo per l'esecuzione ben fatta di Julian Brave NoiseCat e Emily Kassie, ma anche nel presentare le varie facce del trauma da abusi infantili, che rappresentano un po' le risposte alla domanda posta precedentemente: "posso perdonare una persona che mi ha inflitto il male con cui convivo da tutta la vita?" Le storie di Charlotte, Rick e Ed sono alcune delle risposte possibili.

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