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Il caso
19 Febbraio 2025 - 11:30
Un caso alquanto curioso ha coinvolto un quarantenne di origine albanese, proprietario di un'abitazione a Vallefoglia, in provincia di Pesaro. Egli ha affittato l'immobile a un connazionale il quale, anziché utilizzare l'appartamento per fini leciti, vi coltivava marijuana, motivo per cui è stato successivamente arrestato. Tuttavia, ciò che ha destato maggior sconcerto è stata l'esorbitante bolletta dell'energia elettrica, pari a quasi 430 mila euro, legata a questo affitto.
Secondo quanto riportato dal Corriere Adriatico, il proprietario si è visto recapitare una fattura che copriva un consumo di un milione e 775 mila kilowattora in un periodo di tre anni, da febbraio 2021 a marzo 2024. Tali cifre, oltre a essere tecnicamente improbabili, sono state confermate senza che vi fosse alcun errore di trascrizione. In aggiunta, l'Enel ha emesso un ulteriore avviso di pagamento pari a 730 euro.
La sola nota positiva in questo intricato scenario è l'arresto dell'inquilino, il quale, una volta rilasciato, si è dileguato nel nulla. A fornire ulteriori chiarimenti sulla vicenda è intervenuta l'avvocata del quarantenne, Emanuela Cangini, la quale ha spiegato al Messaggero come, inizialmente, le bollette fossero pagate regolarmente con importi comuni. Successivamente, l'Enel avrebbe identificato due allacci abusivi, rimosso il contatore il 19 marzo scorso e ricalcolato il consumo degli ultimi tre anni.
"Non comprendiamo la logica di questo conteggio", ha affermato Cangini, "considerato che la locazione è iniziata nel novembre 2023 e l'inquilino è stato arrestato a marzo. Soprattutto, la cifra risulta inspiegabile dato che l'allaccio abusivo non era connesso al contatore, rendendo impossibile un calcolo accurato. Inoltre, il contatore non era in grado di supportare tale carico di potenza e di kilowattora".
È importante sottolineare che il quarantenne non è stato accusato delle illecite attività dell'inquilino. Egli è stato sempre considerato estraneo ai fatti, tuttavia, si trova ora a fronteggiare una complessa situazione a causa della mancata voltura dell'utenza elettrica. "Abbiamo presentato un reclamo e tentato una prima conciliazione. Il mio assistito non ha alcuna responsabilità nei confronti di quanto accaduto all'interno dell'appartamento", ha dichiarato l'avvocata. La prossima mossa sarà probabilmente quella di ricorrere all'autorità giudiziaria per risolvere la questione della bolletta esorbitante, poiché "non è stata mostrata alcuna comprensione e il ricorso legale rappresenta l'ultima risorsa per tutelare un onesto lavoratore".
In conclusione, l'immobile è ormai inutilizzabile sin dal marzo scorso, giacché l'erogazione di energia elettrica è sospesa fino alla risoluzione del contenzioso, causando così ingenti danni al proprietario che "non può né abitarvi né affittarlo, con grave detrimento economico per il cliente, il quale siamo pronti a quantificare in sede giudiziaria. Ci auguriamo prevalga il buon senso", ha concluso Cangini.
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