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Cronaca internazionale
02 Aprile 2025 - 22:42
Il Procuratore Generale degli Stati Uniti, Pam Bondi, una delle più convinte alleate dell'ex presidente, ha disposto che i procuratori federali richiedano la pena di morte per Luigi Mangione, un ex studente ventiseienne appartenente a una benestante famiglia italoamericana di Baltimora. Mangione è accusato dell'assassinio di Brian Thompson, amministratore delegato di UnitedHealthcare, avvenuto a New York lo scorso dicembre.
L'omicidio, avvenuto in pieno giorno, sembra essere stato motivato dalla volontà di colpire il sistema delle assicurazioni sanitarie private, spesso criticate negli Stati Uniti per la loro avidità. Questo ha reso Mangione una figura controversa, capace di attirare sostenitori anche oltre i confini nazionali.
"L'omicidio di Brian Thompson, un padre di famiglia, è stato un atto premeditato e brutale che ha sconvolto l'intero Paese", ha dichiarato Bondi, evidenziando che la richiesta della pena capitale si inserisce nella strategia di Trump per contrastare i crimini violenti e rafforzare la sicurezza nazionale.
Questa decisione è coerente con la linea politica seguita da Bondi fin dall'inizio del suo incarico, che ha incluso la revoca della moratoria federale sulla pena di morte, precedentemente imposta dall'amministrazione Biden nel 2021. Durante il primo mandato di Trump, le esecuzioni federali erano state ripristinate, portando all'esecuzione di tredici condannati negli ultimi mesi della sua presidenza.
Mangione è sotto processo sia a livello statale che federale. A livello statale, potrebbe essere condannato all'ergastolo e si è dichiarato non colpevole; per quanto riguarda le accuse federali, tra cui omicidio di primo grado con finalità terroristiche e possesso illegale di armi, ha scelto di non esprimersi.
Nel frattempo, il giovane continua a raccogliere consenso e fondi per la propria difesa. Una campagna di crowdfunding lanciata dal 'December 4th Legal Committee' ha già accumulato 775.000 dollari, avvicinandosi all'obiettivo di un milione. Il comitato ha sottolineato di non sostenere la violenza, ma di volere garantire a Mangione un processo equo in un contesto politico fortemente polarizzato.
Le prove raccolte dall'accusa suggeriscono che Mangione nutrisse da tempo un forte risentimento nei confronti delle compagnie assicurative e dei loro dirigenti. Un quaderno sequestrato dagli investigatori conteneva annotazioni che indicavano la sua intenzione di colpire un alto dirigente del settore sanitario. In particolare, un appunto dell'agosto 2024 riportava la frase "l'obiettivo è l'assicurazione", mentre un'altra nota, scritta nell'ottobre successivo, faceva riferimento alla volontà di "colpire" un dirigente di rilievo.
Nonostante non fosse cliente di UnitedHealthcare, Mangione considerava le compagnie assicurative "un cartello mafioso divenuto troppo potente", accusandole di sfruttare il sistema per accumulare enormi profitti. Questo ha contribuito a rafforzare il sostegno nei suoi confronti, trasformandolo, per alcuni, in un simbolo della lotta contro la speculazione nel settore sanitario privato.
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