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Elisabetta Gregoraci: "Un giorno sono crollata e sono finita in ospedale per una brutta infezione"

Ecco quale disturbo ha colpito l'ex moglie di Flavio Briatore

Elisabetta Gregoraci: "Un giorno sono crollata e sono finita in ospedale per una brutta infezione"

Elisabetta Gregoraci

La fame nervosa, o alimentazione emotiva, è un disturbo che sta diventando sempre più comune e che coinvolge la mente e le emozioni, più che l’appetito fisiologico. Questo tema delicato è stato recentemente affrontato da Elisabetta Gregoraci durante un’intervista a Verissimo, dove la showgirl ha raccontato la sua esperienza personale, sottolineando l’importanza di parlarne e di chiedere aiuto. 

"Avevo una fame nervosa, un 'emotional eating', che mi portava a mangiare senza un vero motivo a qualsiasi ora per via dello stress, perché non riuscivo a comprendere come certe situazioni fossero cambiate rispetto al giorno precedente. Continuavo a mangiare e mi rendevo conto che non era normale. Ora sto meglio", ha dichiarato la showgirl, aggiungendo che il troppo stress aveva causato un crollo fisico: "Un giorno sono crollata, finendo in ospedale con febbre alta per una brutta infezione. Ho capito che bisogna imparare a gestire gli eventi della vita e che non si può far sempre tutto da soli; a volte è necessario chiedere aiuto".

La fame nervosa si manifesta all'improvviso, lasciando una scia di sensazioni negative, sensi di colpa e insoddisfazione. Si manifesta come un desiderio irrefrenabile di riempire un vuoto lasciato da qualcuno o qualcosa. La letteratura scientifica evidenzia che l'alimentazione emotiva è "la tendenza a mangiare in risposta a emozioni negative piuttosto che a segnali fisiologici di fame". Questa condizione si distingue dalla fame fisiologica, la quale nasce da veri segnali chimici del corpo. Quando si affrontano emozioni intense, come rabbia o tristezza, non è più la parte razionale a dominare, ma il sistema limbico, che trasforma il consumo di cibo in un modo per gestire le tensioni e ottenere un'illusoria calma", aveva spiegato la biologa nutrizionista Romina Cervigni a Gazzetta Active.

La fame nervosa diventa una valvola di sfogo, concentrandosi spesso su alimenti poco salutari, dolci e calorici, che offrono un piacere emotivo e fisico temporaneo. "Si scelgono spesso cibi 'comfort', quelli che rilasciano dopamina ed endorfine, i cosiddetti ormoni del benessere, capaci di 'regolare' temporaneamente le emozioni negative", aveva sottolineato sempre a Gazzetta Active la dottoressa Costanza Fontani, psicologa e coach emotivo-comportamentale.

Come ha sottolineato la Gregoraci, è cruciale riconoscere quando è il momento di chiedere aiuto, non solo a un nutrizionista ma anche a uno psicologo esperto in disturbi alimentari. Un rapporto malsano con il cibo può portare a gravi conseguenze, dal sovrappeso alle patologie metaboliche, fino ai disturbi alimentari come anoressia, bulimia e binge eating disorder.

La trasformazione non riguarda solo la dieta, ma il rapporto con l'alimentazione, avvicinandosi al cibo con maggiore lentezza, assaporando i gusti e rendendo l'atto del mangiare un'esperienza appagante e multisensoriale. L'obiettivo non deve essere solo la riduzione del cibo ingerito, ma, come indicato dal dottor Emanuel Mian, psicologo ed esperto di disturbi alimentari in un colloquio con Gazzetta Active, la chiave principale è capire il motivo che spinge a mangiare, indipendentemente dalla fame fisiologica.

"Il problema non è tanto l’abbuffarsi quanto il rendersi conto di farlo. Essere consapevoli di abbuffarsi è già una parte del percorso di uscita dalla fame nervosa. Le terapie devono essere brevi e focalizzate su obiettivi ben definiti e misurabili. Dobbiamo fornire ai pazienti gli strumenti per diventare lo 'psicologo e il nutrizionista' di se stessi, offrendo basi di educazione alimentare ed emotiva con metodi scientificamente validati".

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