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'Titanic': James Cameron e National Geographic rispondono al dilemma "Jack poteva salvarsi nel finale?"

Tra scienza e narrazione:il regista del film risponde alla domanda più dibattuta degli ultimi 30 anni

'Titanic': James Cameron e National Geographic rispondono al dilemma "Jack poteva salvarsi nel finale?"

Per quasi 30 anni, una delle domande più tormentate nella storia del cinema ha tenuto banco tra fan e cinefili: Jack avrebbe potuto salvarsi salendo sulla porta insieme a Rose nel finale del Titanic? James Cameron, regista del kolossal del 1997, un paio di anni fa, ha finalmente deciso di affrontare la questione in modo definitivo. E lo ha fatto con rigore scientifico, attraverso un documentario prodotto da National Geographic, intitolato Titanic: 25 Years Later with James Cameron.

Nel documentario, Cameron mette in scena un vero e proprio esperimento scientifico per testare l'ipotesi che ha fatto discutere generazioni di spettatori. L'obiettivo? Verificare se Jack e Rose avrebbero potuto sopravvivere entrambi restando sulla famosa zattera di fortuna – in realtà una porta decorativa – che galleggia nelle acque gelide dell’Atlantico dopo l’affondamento della nave.

L'esperimento: scienza al servizio del cinema

Cameron ha collaborato con esperti in ipotermia, ingegneri navali e stuntmen professionisti per replicare le condizioni reali dell'incidente del Titanic: temperatura dell’acqua, vestiti bagnati, stato fisico dei protagonisti e dimensioni della porta. I due interpreti hanno provato diverse configurazioni: Jack e Rose entrambi sdraiati, alternanza dei pesi, posizionamenti differenti per ridurre il rischio di ribaltamento.

Il risultato? Tecnicamente sì, in una posizione molto precisa, Jack e Rose avrebbero potuto stare entrambi sulla porta senza che affondasse immediatamente, con anche il giubbotto di salvataggio passato da Rose a Jack. Tuttavia, come sottolinea Cameron, la sopravvivenza di Jack sarebbe comunque stata una variabile e anche molto improbabile: "Aveva perso troppo calore corporeo. Il tempo necessario per stabilizzarsi, trovare equilibrio, e non finire in acqua di nuovo, sarebbe stato fatale. Dal punto di vista medico e fisico, non ce l'avrebbe fatta".

Una scelta narrativa, non solo logica

Cameron chiarisce anche un punto fondamentale: la morte di Jack non è un errore di calcolo, ma una scelta narrativa necessaria. "Il film parla di sacrificio e amore. Se Jack fosse sopravvissuto, il significato emotivo della storia sarebbe stato completamente diverso", ha dichiarato il regista. Poi, scherzando, ha detto che forse doveva rendere la porta un po' più piccola per non far partire le teorie nei fan.

Il documentario, oltre a soddisfare la curiosità di milioni di spettatori, mostra quanto Cameron sia ancora oggi profondamente coinvolto dal suo capolavoro. E forse, con questo esperimento, ha finalmente messo la parola fine a uno dei dibattiti più accesi del cinema moderno. O forse no.

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