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Una notte insonne con 'I Peccatori': un horror spiritualmente sconfortante

Una recensione personale del film horror di Ryan Coogler

Una notte insonne con 'I Peccatori': un horror spiritualmente sconfortante

Sono andata a vedere "I Peccatori" di Ryan Coogler ieri sera... e non c'ho dormito la notte. Non fraintendetemi, i film horror dovrebbero fare questo effetto e di più, e da ignorante del genere quale sono, ho voluto, di mia volontà, recarmi in sala a sperimentarlo. Avevo già avuto un assaggio dell'horror con "Doctor Strange: Multiverso della Follia" ma quello non lo si poteva contare come "horror" di tutto piano. Per me, il genere del terrore è quel genere che ti deve far saltare sulla sedia dai jumpscare improvvisi che non ti aspetti e "I Peccatori" ha fatto egregiamente questo lavoro. 

Ma devo essere onesta con me stessa e dire la verità: "I Peccatori" è stata un'esperienza cinematografica vicina allo spettacolare e avrei dato un solidissimo nove su dieci per la maestrìa di Coogler nella direzione soprattutto dei suoi interpreti, sia principali (guidati da un doppio camaleontico Michael B. Jordan e una bellissima Hailee Steinfeld) che secondari (che hanno introdotto nel campo dell'industria Miles Caton nel ruolo del multitalentuoso Sammie "Preacherboy" Moore)... ma, purtroppo, non posso, e vi spiego perché.

MA DI CHE COSA PARLA "I PECCATORI"?

La pellicola di Coogler parla dei gemelli Stack e Smoke (Michael B. Jordan) che ritornano in Mississippi da Chicago dopo aver preso parte prima alla Grande Guerra e poi alla gang di Capone per fondare il loro club per soli neri (vittime del razzismo estremo del Ku Klux Klan e della società in generale), a cui prende parte il giovane cugino Sammie anche chiamato "Preacherboy" (Miles Caton) per il fatto che è figlio di un pastore di chiesa. Sammie ha un dono, quello della musica e in particolare il blues che non solo unisce presente, passato e futuro, ma attrae anche degli spiriti malefici che vogliono impossessarsi del mondo, guidati da Remmick (Jack O'Connell), immigrato irlandese e vampiro, la sera stessa dell'inaugurazione del club dei gemelli Moore. 

COSA NE PENSO DAL LATO UMANO

Voglio ribadire una cosa: non sono fan dei film horror, non lo sono mai stata e mai lo sarò ma le ragioni per cui sono andata in sala erano perché tutti lo avevano visto e tutti dicevano la stessa cosa, ovvero che è "il film migliore dell'anno". Aveva ottenuto un perfetto 100% ai Rotten Tomatoes e a questo punto non avevo altre scuse.

Umanamente parlando, potrei anche dirlo anche io: il film presenta una storia di vampiri originale, che unisce il paranormale e le questioni sociali che ancora non sono cambiate. Coogler prende un tema molto delicato e gli dà uno stile unico. La rappresentazione degli afroamericani fatta da un afroamericano, lo stesso che ha portato in scena l'indimenticabile e meraviglioso "Black Panther".

C'è stata una scena che mi è rimasta impressa e coloro che hanno visto il film penso saranno d'accordo: durante la performance di Sammie al club, quando canta e suona la sua chitarra regalatogli dai cugini, un voiceover racconta come chi ha un talento come il suo non solo porta in vita lo stile musicale del presente (nel caso del film, il 1932) ma anche quello del passato e del futuro, e vediamo come la musica (che, ancora una volta, è stata scritta dal collaboratore di quasi due decenni, il premio Oscar Ludwig Göransson e prodotta dalla moglie del compositore Serena) cambia e mescola blues, jazz, rap, DJ, soul, rock e gospel, con tanto di ballerini che spaziano dal jazz all'hip-hop fino al Zaouli, una danza tradizionale africana. 

Quella scena mi aveva stregato, il mix di tutti questi generi sia di musica che di ballo hanno voluto essere un tributo alla cultura afroamericana e il risultato finale è stato bellissimo. La voce di Miles Caton è bellissima, la sua performance in tutto il film è stata un'introduzione degna e meritevole dell'attenzione dei registi di alto rango. 

L'intera direzione di Coogler, la doppia performance di Jordan, la colonna sonora di Göransson... non so voi ma io la definirei la collaborazione Nolan-Murphy-Zimmer della nuova generazione. Tutto è bilanciato alla perfezione, il genere horror trova un nuovo lancio nel cinema del XXI secolo, un cinema che dice no al banale e mescola temi che funzionano insieme se scritte bene e da qualcuno (Coogler) che conosce la cultura e il folklore americano e non. 

COSA NE PENSO DAL LATO SPIRITUALE

Tuttavia, e qui si entra nelle acque della controversia, non posso elevare "I Peccatori". Umanamente lo farei, se non fosse per il fatto che quando sono poi tornata a casa e ho provato a dormire, sono rimasta sveglia per metà notte col terrore di fare incubi sulla pellicola. Che direte: "ma è normale che si facciano, è uno degli obiettivi del genere!" ed è qui che entra in gioco il lato spirituale

Il sottogenere paranormale non mi è mai piaciuto, soprattutto se mettono il nome di Dio in mezzo. Da cristiana devota quale sono, film come "I Peccatori" hanno recato un profondo turbamento non solo al mio subconscio ma anche al mio spirito. E la cosa divertente è che nel profondo io sentivo che non sarei dovuta andare a vederlo ma, nella mia testardaggine, mi sono sorbita 138 minuti di puro orrore, arrivando il giorno dopo con occhiaie scure e stanchezza mentale. 

C'è una citazione del film che voglio riportare e che ha sintetizzato la mia esperienza in sala: "se continui a ballare col diavolo, un giorno ti seguirà a casa". E il mio volere di andare a vedere il film ha aperto una porta a Lucifero di entrare nella mia testa e condizionarmi. Come ha fatto Grace, l'ho invitato a entrare e ha ballato sul mio umore recandomi una terribile ansia. E soffrendone on a daily basis, questa non è stata la mossa di un genio, tutt'altro. 

Sono una cristiana credente, da quasi 10 anni, che ha scelto un giorno di dare la propria vita a Dio e ha preso una decisione errata la sera precedente, un peccato di cui oggi soffro e di cui chiedo perdono. E paradossalmente, penso sia questo il senso dello stesso titolo del film: tutti noi siamo peccatori, perché abbiamo fatto delle scelte che ci hanno portato davanti al diavolo, come lo è stato per i gemelli e Sammie Moore e da cui solo Sammie è sopravvissuto, portandone però le cicatrici sul volto per tutta la vita. Fossi stata in Sammie, avrei arreso quel manico di chitarra come gli ha detto il padre la domenica dopo invece che tenerlo in pugno, sapendo e sperimentando quanto male abbia portato. E qui mi torna in mente un versetto biblico che lo dice meglio di quanto possa scrivere: "Sottomettetevi dunque a Dio; ma resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi. Avvicinatevi a Dio, ed egli si avvicinerà a voi. Pulite le vostre mani, o peccatori; e purificate i vostri cuori, o doppi d’animo!"

Quindi, alla fine della fiera, cosa ne penso davvero di "I Peccatori" di Ryan Coogler? Mi è piaciuto? Umanamente, sì. Lo riguarderei se venisse candidato agli Oscar 2026? Con rispetto, no.

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