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Happy Birthday
23 Aprile 2025 - 15:30
Ogni 23 aprile il mondo della cultura festeggia un compleanno speciale: quello di William Shakespeare, nato nel 1564 a Stratford-upon-Avon. Considerato il più grande scrittore in lingua inglese – e uno dei più importanti della storia della letteratura mondiale – Shakespeare ha cambiato per sempre il modo di raccontare l’animo umano. E, in un certo senso, ha anche inventato molte delle parole con cui oggi lo descriviamo.
Il suo contributo alla lingua inglese è incalcolabile: si stima abbia coniato oltre 1700 parole nuove, molte delle quali usiamo ancora oggi, come lonely, fashionable, gossip, eyeball, bedroom e persino swagger. Ma più ancora delle parole, è nelle emozioni che Shakespeare ha lasciato la sua impronta più duratura.
Shakespeare ha attraversato ogni sfumatura del sentire umano, rendendola universale e al tempo stesso estremamente personale. Da Amleto a Macbeth, da Romeo e Giulietta a Otello, i suoi personaggi sono archetipi vivi, fragili, profondamente umani. Ed è forse questo il motivo per cui, a più di quattro secoli di distanza, le sue opere continuano a essere lette, studiate, rappresentate e adattate in ogni angolo del mondo.
Però Shakespeare non è solo un gigante della letteratura, ma anche una fonte inesauribile di curiosità bizzarre. Per esempio, nel suo testamento lasciò in eredità alla moglie Anne Hathaway… il suo “second best bed”, cioè il secondo letto migliore. Un gesto d’affetto? O una frecciata passivo-aggressiva? Gli studiosi ancora discutono. E a proposito di Anne Hathaway: una delle coincidenze più bizzarre e chiacchierate legate a William Shakespeare riguarda proprio il nome di sua moglie, esattamente come quello dell'amatissima attrice premio Oscar che tutti conosciamo oggi per film come Il diavolo veste Prada e Les Misérables. Ma la storia non finisce qui: alcuni fan con l’occhio allenato (e molto tempo libero su Internet) hanno notato che il marito dell’attrice Anne Hathaway somiglia in modo inquietante a William Shakespeare stesso.
Questo ha scatenato online teorie scherzose (o forse no?) su reincarnazioni e amori destinati a ricongiungersi attraverso i secoli. Come a dire: Shakespeare e Anne, insieme… ancora una volta, ma sotto i riflettori di Hollywood. Sarà solo una coincidenza? Probabile. Ma in fondo, come scriveva proprio il Bardo: “There are more things in Heaven and Earth, Horatio, than are dreamt of in your philosophy.”
Ma non è tutto: secondo alcune teorie, Shakespeare potrebbe non aver mai lasciato l’Inghilterra, eppure nei suoi testi descrive con dovizia di dettagli luoghi lontanissimi, come l’Italia rinascimentale, la Danimarca o la Tunisia. Questo ha alimentato le (controverse) ipotesi secondo cui il Bardo non sarebbe stato l’autore delle sue opere, ma solo il volto dietro cui si celava qualcun altro.
Infine, va detto che Shakespeare era un vero maestro dell’insulto poetico. Alcuni esempi memorabili? “You scullion! You rampallian! You fustilarian!” o “Thou art as fat as butter!”. C’è anche chi, oggi, si diverte a costruire generatori automatici di improperi shakespeariani – perfetti per litigare con eleganza.
La sua figura, avvolta da un alone di mistero, ha generato nel tempo anche teorie bizzarre: c’è chi sostiene che non abbia scritto le sue opere, chi lo crede un prestanome, chi addirittura nega la sua esistenza. Eppure, al di là delle congetture, restano i testi – e sono loro a parlare per lui.
Nel giorno del suo compleanno (che coincide anche con la data della sua morte, avvenuta nel 1616), è l’occasione perfetta per riscoprire una sua opera, magari in una nuova traduzione, o in uno degli infiniti adattamenti cinematografici e teatrali. Dall’Hamlet con Kenneth Branagh al Romeo + Juliet di Baz Luhrmann, passando per The Tragedy of Macbeth con Denzel Washington, arrivando alla riscrittura della storia d'amore veronese più travagliata della letteratura in West Side Story e alla recente produzione teatrale di Much Ado About Nothing con Tom Hiddleston e Hayley Atwell al West End inglese.
Forse oggi non abbiamo bisogno di eroi perfetti, ma di personaggi capaci di riflettere le nostre contraddizioni. E in questo, Shakespeare resta insuperabile.
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