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Libri e memoria
24 Aprile 2025 - 15:55
Il genocidio armeno del 1915 non è solo una vicenda storica da studiare nei manuali. È anche un trauma collettivo trasmesso attraverso la letteratura, voce delle memorie spezzate, dei sopravvissuti, dei figli e nipoti che hanno cercato, con la scrittura, di ricucire il filo della propria identità. Dai grandi romanzi di denuncia alle storie intime di esilio, la narrativa armena – e non solo – ha saputo trasformare la tragedia in parola viva.
In un mondo dove le immagini scorrono rapide e le notizie svaniscono nel giro di un clic, i romanzi restano. Restano a raccontare ciò che la Storia ufficiale ha taciuto, negato, nascosto.
Molti dei romanzi che raccontano il genocidio armeno nascono da esperienze familiari, ricerche storiche, o dalla volontà profonda di rompere il silenzio:
Tra i libri più letti e amati in Italia, racconta una storia vera di famiglia armena, intrecciando il dolore della persecuzione con la forza della sopravvivenza. Un romanzo poetico, intimo, e universale.
Scrittrice americana di origini armene e libanesi, racconta il genocidio con una voce lirica, intensa, visionaria: Marcom ci introduce nelle storie di Anaguil, una ragazza armena accolta da vicini turchi dopo la morte dei suoi genitori, che ora osserva i resti del suo mondo attraverso un velo musulmano; è un’elegia per gli ultimi giorni dell’Orientalismo e un elegante memoriale per le vittime del primo genocidio del ventesimo secolo. Insieme, le storie di queste vite formano un mosaico narrativo—sfaccettato, complesso, riccamente strutturato, un tableau devastante.
Una saga familiare nella diaspora americana: tre generazioni di donne alle prese con l’ereditarietà del trauma e la riscoperta della verità taciuta: la nonna Casard, sua figlia Araxie e la nipote Seta. Le difficoltà affrontate da ciascuna donna mostrano gli effetti duraturi del genocidio armeno, avvenuto nel 1915 per mano dei Giovani Turchi.
Turchia, Stati Uniti, memoria: Orhan Turkoglu, un ex fotografo di 29 anni proveniente da Istanbul, scopre che il nonno Kemal, dopo la sua morte, ha lasciato la sua storica attività di tappeti e la loro casa di famiglia a una donna armena anziana in una casa di riposo a Los Angeles. Il libro esplora e offre una prospettiva autentica sul genocidio presentando i punti di vista di tutti i personaggi, che siano armeni o turchi.
Un bestseller negli USA: Elizabeth Endicott, giovane americana benestante, si offre volontaria di andare in Siria per aiutare i sopravvissuti al genocidio armeno. Lì incontrerà Armen, un giovane ingegnere che ha già perso la moglie e la figlia neonata. Da quell'incontro partiranno delle lettere d'amore che accorceranno le distanze tra i due e daranno nuova vita in una situazione di dolore immenso.
Opera allegorica e spirituale, scritta da un autore armeno-libanese, amata da generazioni per la sua profondità filosofica e mistica. Il libro racconta di Mirdad, un misterioso e saggio eremita che vive in un monastero isolato sulle montagne caucasiche, e in particolare dell'Ararat, la montagna dell'arca. Mirdad, con la sua saggezza e il suo comportamento enigmatico, guida i suoi seguaci verso una comprensione più profonda della vita e della divinità, incoraggiandoli a liberarsi dalle illusioni e ad abbracciare la realtà dell'esistenza.
Merita una menzione speciale il romanzo di Franz Werfel, pubblicato nel 1933, che racconta la resistenza degli armeni del Musa Dagh, un monte dove nel 1915 circa 5.000 persone si rifiutarono di obbedire agli ordini ottomani e resistettero eroicamente per 42 giorni.
“I quarantadue giorni del Mussa Dagh” è più di un libro: è un atto di giustizia narrativa, un tributo a chi ha lottato contro l’annientamento. Bandito dai nazisti, amato dalla diaspora, è ancora oggi un romanzo fondamentale per comprendere l’anima di un popolo che ha scelto di esistere nonostante tutto.
Per molti armeni nati fuori dalla madrepatria, questi romanzi sono stati un primo contatto con la propria storia familiare. Leggere, per tanti giovani della diaspora, è stato come rimettere insieme i pezzi di un’eredità dispersa. E per chi non è armeno, questi libri sono spesso la prima vera occasione di conoscere cosa accadde nel 1915.
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