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La crescita delle Big Tech nella rete globale grazie ai cavi sottomarini

Google, Meta, Microsoft e Amazon sono ormai i padroni dei mari digitali

La crescita delle Big Tech nella rete globale grazie ai cavi sottomarini

La rete di cavi internet globale

Di solito se ne parla poco, ma sotto le distese oceaniche si trova la vera colonna portante di Internet. Si tratta dei cavi sottomarini, una rete complessa e fondamentale attraverso cui transita quasi la totalità delle comunicazioni digitali tra i continenti: il 99% del traffico globale passa infatti da queste infrastrutture sommerse. Negli ultimi anni, questo ambito nascosto ha vissuto una vera e propria rivoluzione. A condurla non sono più solo le tradizionali compagnie telefoniche, ma le grandi aziende della Silicon Valley: Google, Meta, Microsoft e Amazon sono ormai i dominatori degli oceani digitali.

Attualmente, queste quattro colossi tecnologici controllano oltre il 70% della capacità di rete internazionale, rispetto a un modesto 10% di appena dieci anni fa. E i loro investimenti sembrano destinati ad aumentare ulteriormente. L'annuncio più recente proviene da Meta: il gigante guidato da Mark Zuckerberg ha recentemente svelato "Waterworth", un cavo sottomarino che supererà i 50.000 chilometri, coinvolgendo cinque continenti. Una lunghezza superiore alla circonferenza terrestre, con l'obiettivo dichiarato di potenziare l'intelligenza artificiale e la connettività globale. Il mercato dei cavi sottomarini ha attualmente un valore superiore ai 15 miliardi di dollari e, secondo le previsioni, è destinato a crescere del 10% annuo fino al 2034. Tuttavia, non sono solo i numeri ad aumentare: anche le tensioni geopolitiche. Le reti sottomarine sono diventate infrastrutture strategiche, e di conseguenza vulnerabili. Ogni anno si registrano tra i 150 e i 200 guasti, alcuni dei quali sospetti o legati a possibili atti di sabotaggio.

L'Europa ha compreso l'importanza della questione e sta tentando di recuperare terreno. La Commissione Europea ha appena varato un piano d’azione da 540 milioni di euro per il periodo 2025-2027, volto a rafforzare la sicurezza delle reti sottomarine, dopo aver già finanziato 51 progetti con 420 milioni. Anche l’Italia sta assumendo un ruolo di rilievo. Il Mediterraneo è ormai al centro di investimenti significativi, e il nostro Paese sta diventando un nodo cruciale. Ciò è dovuto in particolare a Sparkle, un'azienda italiana attiva in 32 Paesi con oltre 600mila chilometri di fibra ottica, di recente acquisita dal Ministero dell’Economia e da Retelit.

Sparkle è protagonista di due progetti chiave, BlueMed e BlueRaman, in collaborazione con Google. Il primo collega Genova alla Giordania passando per Israele, aprendo una nuova rotta alternativa a quella egiziana, e rinforza i legami digitali con il Nord Africa, in linea con gli obiettivi del Piano Mattei. Inoltre, Unidata, in cooperazione con Azimut, ha avviato Unitirreno, un cavo di oltre 1.100 chilometri che collegherà Sicilia, Lazio, Liguria e Sardegna, e che ha recentemente ottenuto un finanziamento di 57 milioni di euro.

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