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02 Ottobre 2024 - 12:35
Possono bastare pochi minuti per salvare una vita. Usare un defibrillatore entro i primi quattro minuti dall’esordio di un arresto cardiaco può garantire la sopravvivenza tra il 50 e il 70% dei casi, probabilità che cala del 10-12% per ogni minuto che passa. Per questo, la Regione Emilia-Romagna ha deciso di investire 1,5 milioni di euro per l’acquisto di circa mille nuovi defibrillatori automatici esterni (DAE), destinati alle aziende sanitarie del territorio.
L’obiettivo di questo investimento è chiaro: incentivare l’utilizzo dei DAE al di fuori delle aree ospedaliere, dove più frequentemente si verifica un arresto cardiaco. Grazie a questo finanziamento, i dispositivi, completi di teca per il contenimento e spese di manutenzione, saranno dati in comodato gratuito o in altre forme di concessione ad enti, società o associazioni territoriali. Le aziende sanitarie elaboreranno piani autonomi per la collocazione delle attrezzature, basandosi sulle necessità e caratteristiche dei territori.
Attualmente, in Emilia-Romagna sono già disponibili 8.385 defibrillatori automatici o semiautomatici esterni (di cui 393 su mezzi mobili) accessibili fuori dagli ospedali, con una crescita di oltre il 12% rispetto al 2023, quando erano 7.464. Questi dispositivi sono installati principalmente presso imprese private (2.224), impianti sportivi (1.742), luoghi pubblici (1.418) e scuole (936). A fare il punto in conferenza stampa, oggi in Regione, l’assessore alle politiche per la salute, Raffaele Donini, e il coordinatore della rete regionale dell’emergenza 118, Antonio Pastori.
L’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini
“La presenza di un defibrillatore raggiungibile in pochi minuti dal luogo dell’arresto cardiaco, la principale causa di morte nei paesi occidentali, può essere determinante per la salvezza del cittadino colpito,” afferma Donini. “L’Emilia-Romagna è già tra le regioni che ne contano di più in rapporto alla popolazione, ora con questo nuovo investimento ne estendiamo ulteriormente la copertura. Analizzando da un lato i dati sulla distribuzione degli arresti cardiaci, che ovviamente sono più frequenti dove è più concentrata la popolazione, dall’altro i tempi necessari per l’arrivo dei mezzi di soccorso, abbiamo chiesto alle aziende sanitarie di individuare le aree dove introdurre un migliaio di nuovi defibrillatori. Ma i defibrillatori da soli non bastano,” aggiunge Donini. “Per questo in Emilia-Romagna abbiamo già mezzo milione di persone formate all’utilizzo dei DAE e oltre 23mila cittadini che hanno scaricato la app e vengono allertati in caso di emergenza nelle vicinanze, a cui siamo riconoscenti e che ringraziamo di cuore. Ricordiamo però che, in virtù di una legge, la 116/2021, ogni cittadino, grazie alla semplicità e sicurezza dei DAE, in caso di bisogno può utilizzarli per soccorrere la persona in arresto cardiaco.”
Alle AUSL è stato richiesto di preferire i luoghi di installazione accessibili al pubblico 24 ore su 24, con particolare afflusso di persone, di fare in modo che nelle aree urbane ci siano almeno due DAE per ogni chilometro quadrato e che gli strumenti siano raggiungibili in 4 o 5 minuti al massimo dal luogo in cui potrebbe avvenire l’arresto cardiaco. Particolare attenzione sarà riservata ai luoghi particolarmente disagiati o isolati, per i quali raggiungere un presidio sanitario potrebbe richiedere troppo tempo. Sarà inoltre possibile installare i DAE sui mezzi mobili delle forze dell’ordine, dei vigili del fuoco o del soccorso alpino.
I nuovi defibrillatori saranno integrati con il sistema DAE Responder, in dotazione alle centrali 118 regionali: in questo modo sarà possibile la verifica da remoto del loro stato. La app multifunzione è stata pensata per consentire alla centrale operativa del 118, quando viene identificato un sospetto caso di arresto cardiaco, di allertare i volontari che hanno dato la propria disponibilità ad intervenire in quel settore, e identifica la posizione del defibrillatore più vicino. Ad oggi sono 23.124 i cittadini (definiti “DAE First Responder”) registrati al servizio e che quindi vengono allertati in caso di emergenza nelle vicinanze, oltre il 20% in più rispetto a un anno fa.
Questa la distribuzione delle risorse per ciascuna AUSL, proporzionale agli abitanti: Piacenza 98mila euro, Parma 152mila, Reggio Emilia 182mila, Modena 239mila, Bologna 297mila, Imola 45mila, Ferrara 120mila, Romagna 382mila. Nei prossimi mesi saranno disponibili ulteriori 753mila euro di finanziamento statale per l’acquisto di ulteriori dispositivi. I primi defibrillatori sono stati resi disponibili a metà settembre e consegnati in 10 esemplari a Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Bologna, Ferrara, Modena. 5 defibrillatori sono arrivati a Imola, 20 in Romagna (10 a Ravenna e 5 ciascuno per Forlì, Cesena e Rimini). In totale, nella provincia di Ravenna i DAE sono passati dai 918 presenti al 31 dicembre 2023, agli attuali 1.108 dispositivi.
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