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Il caso
08 Novembre 2024 - 16:15
La serata di ieri, che avrebbe dovuto essere una semplice sfida calcistica tra Ajax e Maccabi Tel Aviv, si è trasformata in un incubo per i tifosi israeliani presenti allo stadio Johan Cruijff Arena di Amsterdam. Al fischio finale della partita di Europa League, il caos è esploso. Un gruppo di tifosi israeliani è stato brutalmente aggredito mentre cercava di lasciare l’impianto sportivo. Gli episodi di violenza hanno scosso l'intera Europa e hanno riportato alla mente le ombre dei pogrom storici.
I video diffusi sui social hanno mostrato le drammatiche immagini dei tifosi israeliani inseguiti per le strade di Amsterdam. Alcuni sono stati costretti a rifugiarsi nei canali per salvarsi, mentre altri cercavano disperatamente di fuggire. Le forze dell’ordine, pur presenti, sono state accusate di non aver fatto abbastanza per proteggere i cittadini israeliani, creando un’atmosfera di panico e incertezza. Alcuni testimoni hanno lamentato la mancanza di intervento da parte della polizia durante il tragitto tra lo stadio e gli hotel, sollevando interrogativi sulla preparazione delle autorità locali.
Il bilancio degli scontri è grave: dieci feriti e tre dispersi, tra cui Guy Avidor, un 33enne israeliano-bulgaro, di cui non si hanno notizie da oltre dieci ore. La sua famiglia è in allerta, poiché Avidor, che si trovava a Londra prima dell’incontro, non è più stato raggiungibile da quando ha postato sui social media.
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In risposta all’emergenza, il governo israeliano ha inviato due aerei militari per evacuare i suoi cittadini in pericolo. I velivoli, tra cui aerei cargo e Hercules equipaggiati con medici e squadre di soccorso, sono partiti per garantire la sicurezza dei tifosi israeliani. Inoltre, in un gesto eccezionale, i rabbini capo di Israele hanno dato il permesso per il volo della compagnia aerea El Al durante lo Shabbat, una decisione senza precedenti.
La violenza ha scatenato una serie di reazioni politiche internazionali. Il presidente israeliano Isaac Herzog ha parlato di attacchi "barbari", mentre il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa'ar, ha descritto l'incidente come un "segnale d’allarme per l'Europa e il mondo". Il governo olandese ha condannato fermamente gli episodi. Il primo ministro olandese, Dick Schoof, ha espresso indignazione e ha promesso che i responsabili sarebbero stati identificati e perseguiti.
Tuttavia, l’incidente ha suscitato anche polemiche politiche interne. Geert Wilders, leader del partito anti-Islam PVV, ha paragonato le violenze ai pogrom, evocando i tragici eventi della storia europea in cui le comunità ebraiche venivano brutalmente attaccate. Questo parallelismo ha colpito anche Deborah Lipstadt, inviata speciale degli Stati Uniti per l'antisemitismo, che ha sottolineato come l’attacco si sia verificato a ridosso del 9 novembre, anniversario del pogrom nazista del 1938.
Anche i principali quotidiani statunitensi hanno riportato l’accaduto con grande preoccupazione. Il The New York Times ha definito l’aggressione come un attacco “organizzato” ai danni di tifosi innocenti. Il Washington Post ha sollevato interrogativi sull’incapacità delle autorità di proteggere adeguatamente i cittadini israeliani, mettendo in luce la crescente preoccupazione per l'antisemitismo in Europa e il suo impatto globale.
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