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Il dramma di una mamma single e la soluzione dei giudici: l'aiuto che le ha cambiato la vita

Il sacrificio di una madre che, di fronte a ogni difficoltà, ha messo prima di tutto la salute della sua bambina

Il dramma di una mamma single e la soluzione dei giudici: l'aiuto che le ha cambiato la vita

Una mamma single di Firenze ha vissuto un incubo finanziario per garantire le cure mediche alla sua figlioletta malata, accumulando debiti che superavano i 110mila euro tra il 2020 e il 2024. La sua battaglia per la salute della bambina e per la propria sopravvivenza economica ha trovato una soluzione inaspettata grazie alla cosiddetta "legge salva-suicidi", che le ha permesso di azzerare la maggior parte dei debiti e di ottenere un piano di restituzione sostenibile. 

Nel 2020, la giovane donna, commessa in una boutique di alta moda, si è trovata improvvisamente senza lavoro a causa della crisi economica derivante dalla pandemia di Covid-19. La sua attività era andata in cassa integrazione e lo stipendio da 2.200 euro al mese non bastava più a coprire le spese quotidiane, in particolare quelle mediche per la figlia, che necessitava di cure costose. La somma di tutte queste difficoltà ha portato la donna a chiedere prestiti a banche e istituti finanziari per cercare di far fronte ai costi.

Con il passare del tempo, però, i debiti sono aumentati, e nel 2024 la mamma si è ritrovata a dover gestire una situazione che sembrava senza via d'uscita. Ma è proprio in quel momento che, grazie a un consiglio ricevuto da un amico, ha deciso di chiedere aiuto al tribunale, rivolgendosi agli avvocati per fare ricorso alla legge sul sovraindebitamento. Questa legge, nota anche come "legge salva-suicidi", è pensata per dare una seconda chance a chi si trova sommerso dai debiti e rischia di veder crollare tutta la propria vita. Il tribunale, dopo aver esaminato la sua situazione, ha deciso di ammetterla ai benefici della legge, azzerando la gran parte dei debiti accumulati nel corso degli anni.

La sentenza del Tribunale di Firenze ha stabilito che la donna dovrà restituire "solo" 20mila euro, una cifra molto più accessibile rispetto ai 110mila euro iniziali, e pagherà questa somma in rate mensili di 200 euro, senza interessi, per un periodo di circa otto anni. Una decisione che ha dato finalmente un po' di respiro alla mamma, restituendole la possibilità di ricostruire la sua vita senza il peso insostenibile del debito.

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