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Psicologo di base gratuito: una svolta per la sanità pubblica in Emilia-Romagna?

La proposta di legge di Volt raccoglie consensi e potrebbe presto essere discussa in Regione

Psicologo di base gratuito: una svolta per la sanità pubblica in Emilia-Romagna?

La salute mentale è un diritto o un privilegio? Questa domanda, potrebbe trovare una risposta concreta grazie a una proposta di legge che sta prendendo piede in Emilia-Romagna. L'iniziativa, promossa dal movimento politico Volt, ha raccolto 6.300 firme e si appresta a essere discussa all'assemblea legislativa regionale. Ma cosa comporta realmente questa proposta e quali potrebbero essere le sue implicazioni per la sanità pubblica?

La proposta di legge, ritenuta ammissibile dalla consulta di garanzia lo scorso 5 dicembre, mira a istituire il servizio di psicologia di base gratuito. Gianluca Guerra e Silvia Panini, i due promotori, potrebbero essere chiamati a riferire in aula già a febbraio. "Il supporto della cittadinanza indica una chiara direzione: un supporto psicologico tempestivo, gratuito e diffuso sul territorio è indispensabile oggi", affermano Guerra e Panini. La loro visione è chiara: non si tratta solo di rispondere alle esigenze delle nuove generazioni, ma di offrire un sostegno trasversale che abbracci tutte le fasce d'età, dagli adulti fino agli anziani.

Ma perché uno psicologo di base? La risposta risiede nella crescente medicalizzazione del disagio psicologico e nel conseguente abuso di psicofarmaci. "Istituire il servizio di psicologia di base contribuirebbe a ridurre la medicalizzazione del disagio psicologico", spiegano i promotori. L'idea è che, intercettando il disagio nei suoi primi stadi, si possa diminuire il sovraffollamento dei centri di salute mentale e dei pronto soccorsi, offrendo una presa in carico a 360 gradi della persona.

La proposta di uno psicologo di base per le persone under26, presente nel programma elettorale di De Pascale, è vista come un punto di partenza, ma non come l'obiettivo finale. Guerra e Panini sottolineano che un'azione politica efficace deve essere universale, non limitata a una specifica fascia d'età. "Le proposte rivolte unicamente alla popolazione under26 sono un punto di partenza, ma certo non il reale obiettivo di un'azione politica efficace e universale", affermano.

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