Il Consiglio dei Ministri ha approvato un nuovo Decreto Bollette, pensato per contrastare l’escalation dei costi energetici che sta mettendo a dura prova famiglie e imprese italiane.
Un intervento necessario, considerato che – secondo i dati ARERA – nel primo trimestre del 2025 c'è stato un aumento del 18,2% della bolletta elettrica, con un rincaro annuo stimato in circa 272 euro per una famiglia tipo nel mercato libero.
Il contesto è allarmante: il prezzo medio dell’elettricità all’ingrosso ha toccato i 142 euro a MWh a gennaio, in crescita costante dalla fine del 2024. Secondo Massimo Ricci, direttore dei mercati ARERA, a incidere sono molteplici fattori, a partire dalle tensioni geopolitiche e dall’incertezza sulle forniture di gas russo all’Europa.
Le principali misure del decreto
Il decreto si articola su più livelli, con l’obiettivo di mitigare gli effetti immediati del caro energia:
• Sconti temporanei in bolletta per luce e gas, finanziati con risorse pubbliche;
• Bonus sociali potenziati per le famiglie a basso reddito, direttamente applicati in bolletta;
• Riduzione degli oneri di sistema, con tagli alle voci fisse che gravano sui consumatori;
• Crediti d’imposta e agevolazioni per le imprese energivore, a tutela della competitività;
• Incentivi per l’efficienza energetica, promuovendo autoconsumo collettivo, comunità energetiche e fotovoltaico domestico.
Secondo Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, “il decreto prova a contenere l’emergenza, ma rischia di essere solo un tampone rispetto a una crisi strutturale ben più profonda”.
Una transizione energetica ancora incompiuta
La crisi energetica non è solo congiunturale: pesano anche le difficoltà legate alla transizione verso un sistema più sostenibile. La domanda energetica cresce, ma gli investimenti infrastrutturali rallentano e le rinnovabili, pur centrali, non riescono ancora a soddisfare il fabbisogno.
Alessandro Marangoni, amministratore delegato di Althesys, sottolinea: “Serve una strategia nazionale coerente per rendere il sistema più autonomo, sostenibile e meno vulnerabile alle turbolenze globali”.
Nel frattempo, si stima che nel 2025 le famiglie italiane dovranno far fronte a bollette più care per circa 350 euro. L’efficienza energetica non è più un’opzione, ma una necessità. Le soluzioni più efficaci? Miglioramento dell’isolamento termico, impianti solari e condivisione dell’energia tramite comunità energetiche.
Approvazione definitiva del decreto: le misure nel dettaglio
Il Senato ha approvato in via definitiva (con 99 voti favorevoli, 62 contrari e un astenuto) la fiducia al disegno di legge di conversione del decreto Bollette, già approvato dalla Camera il 16 aprile. Il provvedimento prevede misure per un valore complessivo di circa 3 miliardi di euro.
Tra gli interventi principali:
• Bonus in bolletta da 200 euro per le famiglie con ISEE fino a 25 mila euro;
• Bonus elettrodomestici, sempre da 200 euro, legato alla rottamazione del vecchio apparecchio;
• Proroga delle tutele per i consumatori vulnerabili;
• Agevolazioni fiscali per fringe benefit e auto aziendali.
I dettagli dei bonus e i tempi di erogazione
La misura di maggiore impatto è il bonus bollette da 200 euro, che può arrivare fino a 400 euro per chi già beneficia del bonus sociale (ISEE fino a 9.530 euro o 20 mila con figli a carico).
Secondo ARERA, circa 5,5 milioni di famiglie ne avranno diritto, ma la platea potenziale potrebbe salire a 8 milioni. L’INPS compilerà l’elenco dei beneficiari e lo trasmetterà al Sistema informativo integrato: da giugno 2025, gli operatori avranno tre mesi per applicare lo sconto.
Chi riceve già il bonus sociale, ha iniziato a ricevere l’integrazione da aprile.
Il bonus elettrodomestici 2025
Lo sconto sarà applicato direttamente in negozio, superando il modello del “click day”. Saranno i commercianti a ottenere il rimborso tramite PagoPA. Il bonus riguarda solo elettrodomestici prodotti nell’Unione Europea e prevede la rottamazione del vecchio apparecchio. Coprirà il 30% del costo, fino a un massimo di 100 euro (200 per ISEE sotto i 25 mila euro).
Auto aziendali e fringe benefit
Il decreto esclude dal nuovo regime fiscale le auto aziendali ordinate entro il 31 dicembre 2024, purché siano concesse in uso entro il 30 giugno 2025. Oltre questi limiti, si applicheranno le nuove modalità di tassazione.
Proroga delle tutele per gli utenti vulnerabili
Tra gli emendamenti accolti, anche una proroga per il mercato tutelato oltre il 31 marzo 2027 per le fasce vulnerabili: over 75, persone con disabilità, chi utilizza apparecchiature mediche ad alto consumo, residenti in isole non interconnesse o in strutture emergenziali post-catastrofi.