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Motor Valley
19 Agosto 2024 - 07:30
Maserati celebra i suoi 110 anni alla Monterey Car Week con un programma eccezionale, mettendo in mostra soprattutto l'ultima sua supercar. Ma è una celebrazione amara, perché mentre in California sfila la nuova supercar derivata dalla MC20, a Modena in fabbrica continua la cassa integrazione e non lascia presagire niente di buono il destino del Maserati Lab. E a niente, lo possiamo dire tranquillamente, è servito l'incontro al ministero dell'Industria e del Made in Italy, dei giorni scorsi, al Tavolo sull'Automotive.
Il programma, alla vigilia, era chiaro: ci si aspettava una presa di posizione su programmi e piani industriali da parte di Stellantis, ma a parte alcune indicazioni - già note - per la Fiat 500 ibrida a Mirafiori e altri dettagli sugli stabilimenti, il tema Maserati non è stato praticamente affrontato. Né il ministro Urso - che ha declinato il nuovo piano di incentivi da quasi sei miliardi nei prossimi anni - ha insistito particolarmente. Eppure il caso Maserati è caldo.
Lo ha detto, chiaramente, l'assessore regionale dell'Emilia Romagna alle attività produttive, Vincenzo Colla: “Il depauperamento dell’Innovation Hub della Maserati, la cassa integrazione per lo stabilimento di Modena e il silenzio sul futuro del sito di Cento (lo stabilimento di Stellantis dedicato ai motori marini, ndr) ci preoccupano". Particolarmente per quanto riguarda l'hub, creato ai tempi da Sergio Marchionne e ora in via di smantellamento, come se ormai progettazione e ricerca fossero destinate a Torino, al GrEEn Campus. E la sola MC20, assieme alle attività di customizzazione, non basta certamente a Modena.
Dopo la relazione sui conti del semestre, le parole di Carlos Tavares avevano fatto ipotizzare una cessione di Maserati - perché non redditizia - a Ferrari. Una ipotesi su cui il ceo del Gruppo, su sollecitazione pare di John Elkann in persona, aveva fatto rapidamente retromarcia, spingendosi anzi ad annunciare una versione con motore termico della GranTurismo - prodotta a Mirafiori - e le eredi sia del Levante sia della Quattroruote. Ma quando?
"Abbiamo chiesto impegni precisi e trasparenti - insiste l'assessore Colla - su Maserati. A partire dalla produzione di nuovi modelli e certezza di avvio per quelli elettrici annunciati. Mentre su VM la conferma del piano industriale di cinque anni per la riconversione nei motori per industria marina e agricoltura, motori industriali ma anche ricambi e reparti test su emissioni”.
Secondo l'assessore, dunque, non ci sono state risposte ma neppure una chiara volontà di affrontare i problemi di uno scenario non rassicurante. “L’Italia non deve regredire a paese di assemblatori - ha detto, riferendosi alle trattative avanzate dal governo per portare in Italia la Dongfeng e altre Case cinesi -. Il valore aggiunto è dato dalla componentistica di qualità e dai grandi marchi ad altissima tecnologia e innovazione come Lamborghini, Ferrari e Maserati: ci aspettiamo sia un progetto all’altezza, che non ridimensioni marchi simbolo della Motor Valley dell’Emilia-Romagna”.
L'attesa è per settembre, quando assieme ai piani per Torino il Gruppo di John Elkann potrebbe infine svelare anche le strategie per il rilancio di Maserati.
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