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il volto nascosto di Bologna
29 Agosto 2024 - 09:50
Il grido silenzioso delle famiglie bolognesi, costrette a scegliere tra pasti caldi e libri scolastici
La povertà non risparmia neanche una delle città più ricche d'Italia, Bologna. Le cucine popolari, disseminate nei vari quartieri della città, offrono uno spaccato drammatico della situazione. Giovanni Melli, presidente di Civibo, l'associazione che gestisce queste cucine, lancia un allarme: «La situazione è drammatica. Uomini e donne sono costretti a scegliere tra un pasto caldo, i libri scolastici per i figli e le cure mediche. Il passaggio dalla fragilità alla povertà avviene in un batter d'occhio. Basta un nonnulla», spiega Melli.
Un'indagine condotta dal governo regionale nel 2023 ha rilevato che il 5,8% dei residenti in Emilia Romagna, circa 258mila individui, si trova in condizioni di rischio di povertà. Sebbene questo dato sia in calo rispetto agli anni precedenti e inferiore alla media nazionale del 18,9%, la povertà assoluta continua a preoccupare. Secondo i dati ISTAT, in Italia, l'8,5% delle famiglie e il 9,8% degli individui vivono in condizioni di povertà assoluta, per un totale di oltre due milioni di famiglie e quasi sei milioni di persone.
Le cucine popolari di Bologna sono un termometro della crisi. Il 64% delle persone che si presentano per un pasto caldo è italiano, un dato in aumento rispetto agli anni passati, quando erano principalmente i cittadini stranieri a frequentarle. Melli sottolinea come le famiglie siano costrette a fare una graduatoria delle necessità, spesso rinunciando alle cure mediche perché troppo costose. «Hanno due lavori entrambi poveri, e non ce la fanno se hanno un figlio o due che devono andare a scuola» aggiunge.
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