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IL FATTO
11 Settembre 2024 - 21:11
È arrivato. Il tanto discusso articolo 10 del disegno di legge "sicurezza" è stato approvato alla Camera, con l'introduzione del nuovo reato di "occupazione arbitraria di un immobile destinato a domicilio altrui". In altre parole: carcere da due a sette anni per chi si prende la libertà di occupare una casa altrui. Il dibattito è aperto e scottante. Il governo applaude alla stretta, mentre le associazioni, quelle che per anni si sono battute per il diritto all’abitare, vedono in questa norma un attacco frontale ai più deboli.
Il nuovo articolo 634-bis del Codice Penale non lascia margine di dubbio: chi occupa senza titolo un immobile destinato a domicilio, magari con la forza o con minacce, o chi impedisce al legittimo proprietario di rientrare in casa propria, va incontro alla reclusione. Fine delle occupazioni, dei cavilli legali, delle situazioni che si trascinano per mesi, anni, causando sofferenze ai proprietari che vedono il proprio diritto calpestato. Ma non finisce qui. La legge non colpisce solo chi occupa. Nel mirino ci sono anche coloro che, con inganni o artifizi, si appropriano di un immobile, o che addirittura lo cedono ad altri. Il messaggio è chiaro: nessuno scherzi con le case altrui.
Fino ad oggi, c'erano già delle norme per contrastare queste situazioni: l'invasione di terreni o edifici, la turbativa violenta del possesso, e la violazione di domicilio. Eppure, lo sappiamo, queste leggi non bastavano. Le occupazioni continuavano, le procedure legali erano lente, e i proprietari restavano con le mani legate. E allora ecco la svolta. Ora, non solo è più facile intervenire, ma viene introdotto un meccanismo rapido di reintegro nel possesso. Il giudice potrà ordinare immediatamente lo sgombero, e se l’immobile è l’unica abitazione del proprietario, la polizia potrà addirittura entrare e riconsegnare le chiavi in tempi record. Fine delle attese estenuanti.
Tuttavia, la domanda che dovremmo porci è: chi sta davvero pagando per questa stretta? Certo, i proprietari danneggiati dalle occupazioni abusive avranno finalmente giustizia, e non è poco. Ma dall’altra parte, c’è chi occupa per disperazione, chi vive in una condizione di estrema precarietà, senza alternative. È giusto trattare queste persone come criminali, con una mano così pesante? O forse dovremmo, prima di tutto, chiederci perché siamo arrivati a questo punto, dove le case vuote e le persone senza casa sono due facce della stessa medaglia.
Il rischio è che questa legge, che dovrebbe proteggere il diritto alla proprietà, finisca per diventare un'arma contro i più vulnerabili, senza affrontare alla radice la crisi abitativa che affligge il nostro Paese. Un reato nuovo, certo, ma con antichi dilemmi.
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