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Il commento
12 Settembre 2024 - 12:10
Nel cuore della crisi venezuelana, una delle forze più temibili al servizio del regime di Nicolás Maduro è costituita dai colectivos, gruppi paramilitari impiegati per soffocare ogni forma di dissenso e reprimere brutalmente le manifestazioni contro il governo. Questi gruppi, che agiscono al di fuori della legge ma con il tacito sostegno delle autorità, rappresentano il volto più brutale della repressione di Stato in Venezuela, e il loro ruolo nelle violazioni dei diritti umani è ben documentato da organizzazioni internazionali come Human Rights Watch.
I colectivos non sono un'invenzione recente. Le loro radici affondano nel movimento autoproclamatosi bolivarista di Hugo Chávez, che fin dall'inizio del suo mandato nel 1999, incentivò la formazione di gruppi e milizie civili a sostegno del regime. Questi gruppi nacquero come organizzazioni volte a promuovere l'ideologia chavista e a difendere la "rivoluzione" da presunte minacce esterne e interne. Tuttavia, con il passare degli anni, e in particolare con l'ascesa al potere di Maduro nel 2013, questi scherani hanno assunto un ruolo sempre più violento, diventando di fatto le braccia armate della dittatura.
I membri dei colectivos sono spesso reclutati tra i settori più poveri e marginalizzati della società venezuelana. Giovani disoccupati ed ex detenuti sono tra i principali target di reclutamento. Questi gruppi offrono a questi individui una sorta di appartenenza, un senso di scopo e, in alcuni casi, anche benefici materiali sotto forma di armi, denaro e protezione da parte del governo.
I colectivos sono strutturati in modo decentralizzato, con ogni gruppo che opera principalmente nel proprio territorio per un controllo capillare, spesso un quartiere specifico o una regione urbana. Non esiste una catena di comando rigida, il che rende difficile stabilire una leadership unitaria. Tuttavia, è chiaro che operano in stretta collaborazione con le forze di sicurezza statali, in particolare con la Guardia Nazionale Bolivariana e la Polizia Nazionale Bolivariana.
Questa cooperazione tra colectivos e forze di polizia non è solo tacita, ma spesso coordinata. Durante le manifestazioni, è comune vedere i colectivos agire in sincronia con i poliziotti: mentre le forze dell'ordine dispiegano gas lacrimogeni e barricate per controllare le folle, i colectivos intervengono per infliggere il massimo livello di intimidazione e violenza, spesso usando armi da fuoco per disperdere i manifestanti. Un esempio lampante di questa collaborazione è stato documentato da Human Rights Watch durante le proteste post-elettorali del 2024, in cui video verificati mostrano uomini armati in abiti civili sparare in aria vicino ai manifestanti sotto la protezione delle forze di sicurezza.
I colectivos sono noti per la loro brutalità. Le loro tattiche includono intimidazione, pestaggi, sequestri, omicidi mirati e, in alcuni casi, sparizioni forzate. Si muovono principalmente nelle zone a basso reddito, tradizionalmente non manifestamente contrarie allo chavismo, dove il governo ha maggiore presa e dove è più difficile per le organizzazioni internazionali documentare gli abusi.
Durante le manifestazioni, i colectivos spesso si infiltrano tra i manifestanti, agendo come provocatori o come forza di repressione. Armati di armi improprie, pistole e, in alcuni casi, armi automatiche, non esitano a sparare contro i dimostranti per disperdere le folle o per seminare il terrore. Questi gruppi sono anche accusati di operazioni clandestine contro leader dell'opposizione e attivisti, spesso in coordinamento con i servizi segreti venezuelani, nella più pura tradizione delle dittature comuniste.
Nonostante l'apparente autonomia, queste bande rispondono direttamente agli ordini del regime di Maduro. La loro esistenza e le loro operazioni sono tollerate e persino incoraggiate dal governo, che vede in questi gruppi uno strumento efficace per mantenere il controllo su un paese disperato e ormai alla fame. Diversi rapporti indicano che i colectivos ricevono armi e finanziamenti direttamente dalle autorità statali, e che le loro azioni sono spesso coperte da un'ampia impunità giudiziaria. La catena di comando è chiaramente diretta dall'alto. Gli ordini vengono spesso impartiti da funzionari di alto livello del Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV) e da ufficiali delle forze armate, ma sono eseguiti con una certa autonomia da capetti locali dei colectivos, che hanno un potere considerevole all'interno delle loro bande.
Nel contesto della crisi venezuelana, i colectivos giocano un ruolo cruciale nel puntellare la dittatura di Maduro. Sono la forza d’urto utilizzata dal governo per reprimere con violenza qualsiasi segnale di dissenso e per terrorizzare la popolazione, in particolare nelle aree in cui l’opposizione al chavismo è più diffusa. Durante le proteste post-elettorali del 2024, i colectivos sono stati responsabili di numerosi attacchi letali contro manifestanti, con un bilancio di decine di morti e centinaia di feriti. Questi gruppi non solo reprimono le proteste, ma agiscono anche come una milizia di fatto, guidando la repressione in aree chiave del paese e proteggendo gli interessi del regime. L’utilizzo di queste squadre criminali rappresenta una delle maggiori sfide per qualsiasi tentativo di risoluzione pacifica della crisi venezuelana. La loro influenza e il loro potere sono una testimonianza del fallimento del regime venezuelano e della gravità della situazione dei diritti umani nel paese.
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