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L’Emilia Romagna affonda di nuovo: la furia dell’acqua travolge tutto, da Bagnacavallo a Bologna. Due dispersi

Migliaia di persone hanno passato la notte lontano da casa, alcuni da amici, altri nei palasport allestiti in fretta dai comuni

L’Emilia Romagna affonda di nuovo: la furia dell’acqua travolge tutto, da Bagnacavallo a Bologna. Due dispersi

Due dispersi a Traversara di Bagnacavallo. Le sirene degli elicotteri rompono il silenzio surreale di una regione sommersa, mentre sui tetti, i pochi superstiti aspettano con il fiato sospeso il loro salvataggio. È un déjà-vu tragico quello che si consuma ancora una volta in Emilia Romagna. Ravenna paga il prezzo più alto, come se la terra avesse un conto aperto con il maltempo che non si chiude mai.

Faenza torna sott’acqua, Lugo e Bagnacavallo sono al limite, mentre il Senio ha deciso di sfondare l’argine a Cotignola. Cinque persone sono state recuperate dall’alto, ma la situazione è ancora incerta. L’Emilia Romagna rivive l’incubo dell’alluvione: Modigliana e Castrocaro ferite dai fiumi che non perdonano, Castel Bolognese sotto scacco dell’acqua, mentre a Forlì il Montone si fa minaccioso. Non è solo la Romagna a tremare: il torrente Idice inizia a fare paura a Budrio, il Sillaro fa lo stesso con Imola.

E poi c’è Bologna, dove il fantasma dell’alluvione torna a bussare alle porte. Sfollati a Pianoro e Rastignano, gli abitanti del quartiere Savena sono in ansia. Il Ravone e il Reno si rialzano, ma per fortuna la situazione migliora sul filo del rasoio. Nella notte, il fiume Marecchia a Rimini ha toccato la soglia rossa, ma ha avuto la decenza di rientrare subito nei ranghi, almeno per ora.

Irene Priolo, presidente della Regione, non nasconde la preoccupazione: "Abbiamo mille sfollati al momento, ma lo spettro dei 45mila dell’anno scorso è ancora vivo". E poi snocciola i numeri che fanno male: 23 fiumi esondati nel 2023, oggi ne abbiamo cinque che ci tengono sotto scacco. Senio, Marzeno, Lamone, Montone e Idice, i nomi che ormai conosciamo troppo bene.

Le scuole chiuse a macchia d’olio in mezza regione sono solo una parte del problema. Migliaia di persone hanno passato la notte lontano da casa, alcuni da amici, altri nei palasport allestiti in fretta dai comuni, cercando un po’ di calore in una regione che sembra non trovare mai tregua.

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