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ALLUVIONE
19 Settembre 2024 - 19:41
La Romagna non ha tregua. Dalla mezzanotte di oggi e fino a quella di domani, nel Ravennate torna l'incubo dell’allerta meteo rossa per criticità idraulica e idrogeologica, come disposto dalla Protezione Civile. Non è una novità, ma fa male lo stesso. Sembra quasi una condanna ripetuta, una ferita che non si chiude mai.
Il Comune di Ravenna, con una nota ufficiale, ha confermato che fino alla mezzanotte di oggi l'allerta rossa sarà affiancata da un’allerta gialla per temporali e criticità costiera. Il cielo sopra la Romagna non promette bene: piogge battenti, fiumi che minacciano di straripare e un terreno che ormai non assorbe più nulla. Domani sarà un altro giorno di angoscia, con precipitazioni che continueranno ad abbattersi soprattutto sulle zone montane del centro-est. I fiumi resteranno gonfi, e il loro lento defluire sembra quasi beffarsi della fretta di chi aspetta solo di tirare un sospiro di sollievo. Il Pala De Andrè di Ravenna rimane aperto come punto di accoglienza per i residenti evacuati. La struttura è stata allestita per fornire riparo e assistenza a coloro che non possono rientrare nelle proprie abitazioni a causa del rischio persistente. Le autorità locali stanno lavorando incessantemente per monitorare la situazione e garantire la sicurezza della popolazione.
Perché il dramma non è solo nelle previsioni. È nel territorio che da mesi si trova in ginocchio, schiacciato da frane, inondazioni e danni difficili da quantificare. In Romagna, si vive con l’incubo che il peggio non sia ancora passato. “Le criticità rosse sulla Romagna sono dovute alle gravi problematiche già presenti sul territorio”, si legge, come a dire che non si tratta solo di pioggia: c'è un intero sistema idrogeologico al collasso.
Il sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, è chiaro: “Il Centro operativo comunale è attivo e sta monitorando e gestendo tutte le criticità in corso. È assolutamente indispensabile che ciascuno metta in atto tutti i comportamenti utili a tutelare la propria incolumità.” Un appello che suona come un monito, perché basta poco per passare dal controllo all’emergenza.
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