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Bagnacavallo in ginocchio: Traversara, Boncellino e Villanova tra disperazione e fango

“La speranza è di risollevarci presto, ma le persone sono provate fisicamente ed emotivamente. Molti avevano appena sistemato casa, e ora si trovano di nuovo a dover ricominciare”

Bagnacavallo in ginocchio: Traversara, Boncellino e Villanova tra disperazione e fango

L’acqua ha colpito ancora, e stavolta con una violenza inimmaginabile. Le zone rosse del bagnacavallese, Traversara, Boncellino e Villanova, sono in ginocchio. Qui si lavora senza sosta per rimediare ai danni di un’alluvione che non lascia scampo. Davanti alla chiesa di Traversara è stato allestito un quartier generale per l’assistenza, con beni di prima necessità e prenotazione dei pasti. Ma non basta: da questo weekend, una postazione mobile dell’Ausl Romagna offre supporto medico e psicologico, e vaccinazioni contro il tetano. Perché, si sa, le emergenze sanitarie non fanno sconti.

La macchina dei soccorsi in azione

Il sindaco e l’intera giunta, passata e presente, sono in campo, fianco a fianco con la popolazione e i volontari. Ieri Irene Priolo, presidente facente funzioni della Regione Emilia-Romagna, e il prefetto di Ravenna, Castrese De Rosa, hanno effettuato un sopralluogo nelle zone colpite. A Traversara, la situazione è critica: case lesionate e un territorio devastato. I Vigili del Fuoco sono già all’opera con i rilievi, mentre l’Agenzia Regionale di Protezione Civile coordina le operazioni con l’aiuto di colonne mobili da Lombardia e Trento.

Ma non si tratta solo di soccorsi. Le attività di pulizia proseguono grazie all’impegno di centinaia di volontari, mentre Hera si occupa di recuperare detriti e pulire le fognature nelle aree più sgombre. A Boncellino, che ha subito la terza ondata di inondazioni dal Lamone, si faticano a contenere le acque. Villanova non è da meno, con undici pompe in funzione per rimuovere l’acqua dai campi e dalle case.

Interventi urgenti e responsabilità mancate

Francesco Ravagli, assessore ai lavori pubblici, risponde alle domande dei cronisti. La macchina dei soccorsi, dice, sta lavorando a pieno ritmo, ma la strada da percorrere è ancora lunga. E se da una parte i volontari si moltiplicano, dall’altra il problema del ponte ferroviario di Boncellino torna prepotentemente alla ribalta. Le immagini del ‘tappo’ ripreso da un drone sono rimbalzate sui media nazionali. E mentre la Procura avvia indagini per accertare responsabilità, le strutture inadeguate non possono più essere ignorate.

Ravagli rivela che già dall’anno scorso si è cercato di mettere in evidenza la questione del ponte, senza alcuna risposta soddisfacente. “Abbiamo coinvolto anche i cittadini in una raccolta firme per sensibilizzare il Ministero e Rfi”, spiega. Ma le risposte da Roma, a detta dell’assessore, sono state scarse.

La frustrazione della gente

In questa situazione disperata, la gente è stremata. “La speranza è di risollevarci presto, ma le persone sono provate fisicamente ed emotivamente. Molti avevano appena sistemato casa, e ora si trovano di nuovo a dover ricominciare”, continua Ravagli. E i danni all’agricoltura? “Fondamentali per il nostro territorio, tantissime aziende sono state colpite.”

La situazione è seria e l’umore è a dir poco pesante. È chiaro che per queste comunità, che già hanno affrontato le conseguenze di alluvioni passate, il futuro è un’incognita. I cittadini delle tre frazioni sono in ginocchio, e mentre l’aiuto arriva da ogni parte d’Italia, c'è una cosa da tenere a mente: senza interventi mirati e strutture adeguate, il rischio di rivivere tutto questo è sempre dietro l’angolo.

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