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Confermata la condanna all'ergastolo di Andrea Rossi per l'omicidio Balani

La corte respinge la revisione del processo ma la famiglia Rossi rifiuta di arrendersi dopo la conferma della condanna

Confermata la condanna all'ergastolo di Andrea Rossi per l'omicidio Balani

Il caso di Andrea Rossi, condannato all'ergastolo per l'omicidio di Vitalina Balani nel 2006, continua a suscitare reazioni contrastanti. La recente decisione della corte di rigettare la richiesta di revisione del processo ha lasciato un segno profondo non solo nella vita di Rossi, ma anche in quella dei suoi familiari e sostenitori. 
Rebecca, Rachele e Francesco, i tre figli di Andrea Rossi, hanno vissuto un momento di intensa emozione e dolore quando, dopo la lettura della sentenza, hanno potuto abbracciare il padre per un minuto ciascuno. Un gesto concesso dagli agenti della penitenziaria, che hanno fatto un'eccezione alla regola, consapevoli del peso emotivo di quel momento. I figli, che non hanno potuto crescere con il padre accanto, hanno visto svanire la speranza che il loro incubo potesse finalmente concludersi. 

La sentenza ha scatenato una reazione di rabbia e protesta tra i familiari e gli amici di Rossi, che da anni sostengono la sua innocenza. Stefano, il fratello di Andrea, insieme ad amici e parenti, ha espresso il proprio dissenso con un applauso polemico rivolto agli avvocati di parte civile e alla corte. "Una vergogna", hanno commentato, manifestando il loro sdegno per una decisione che considerano ingiusta. Stefano, che ha seguito ogni udienza con attenzione, annotando dettagli e passaggi su un quadernone, ha ringraziato commosso l'avvocato Gabriele Bordoni per il suo impegno e la sua dedizione.

La richiesta di revisione del processo si basava su una nuova perizia che avrebbe potuto cambiare l'ora del delitto, un elemento che la difesa riteneva cruciale per dimostrare l'innocenza di Rossi. Tuttavia, la perizia non ha fornito un dato scientifico inequivocabile, come sottolineato dalla procura generale e dalle parti civili. "Mai una corte, in un paese garantista e civile come ancora voglio pensare che sia il nostro", ha dichiarato Bordoni, "potrà dire che qui sono state poste solo congetture astratte del tutto sconnesse a ogni elemento diretto di prova raccolto". Ma la corte ha deciso diversamente, confermando la condanna.

Nonostante la delusione, la famiglia di Andrea Rossi non si arrende. "Non è finita qui", hanno dichiarato, esprimendo la volontà di continuare a lottare per trovare nuove prove che possano ribaltare la sentenza. Un pensiero fisso che li accompagna mentre il cancello del tribunale si chiude e Andrea viene riportato in carcere. La speranza di giustizia rimane viva, anche se il cammino appare ancora lungo e incerto.

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