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Addio a Emo Gruppioni, conosciuto per la sua battaglia per un ascensore condominiale

L'ex artigiano bolognese, che lottò 15 anni per poter uscire di casa, si era aggravato nelle ultime settimane

Emo Gruppioni, il giorno dell'inaugurazione dell'ascensore

Emo Gruppioni, il giorno dell'inaugurazione dell'ascensore

Si è spento oggi a 86 anni Emo Gruppioni, un uomo che nonostante le avversità, è riuscito a trasformare una battaglia personale in una vittoria collettiva. L'ex artigiano bolognese, si era aggravato nelle ultime settimane e aveva iniziato un percorso di cure palliative all'hospice di Casalecchio di Reno. La sua lotta per ottenere un ascensore, dopo quindici anni di isolamento forzato a causa di un ictus che lo aveva reso disabile e costretto a rimanere a vivere al terzo piano, ha aperto la strada a un cambiamento significativo per molte altre persone nella sua stessa situazione.

La sua famiglia, si è sempre battuta al suo fianco e insieme, hanno affrontato le difficoltà economiche e le resistenze dei vicini, riuscendo infine ad installare un ascensore solo due anni fa, grazie al Superbonus, nonostante le opposizioni. Il ricordo della figlia Elisa: "Era così contento che i media avevano raccontato la sua storia e provava molta riconoscenza per chi lo aveva aiutato".

La vicenda assunse una risonanza mediatica tale che il rapper J-Ax fece un appello social in cui si offriva di pagare le spese legali per aiutarlo, rivolgendosi ai suoi fan dicendo: Condividete più che potete questo video, fatelo arrivare a più persone possibile, questa storia non può rimanere nell’ombra”.

La battaglia di Emo non è stata solo una questione personale. Come ha sottolineato Alberto Zanni, presidente di Confabitare, il caso di Emo ha creato un precedente giuridico fondamentale. Prima della sua storia, non era chiaro che anche gli ascensori in deroga, ovvero con dimensioni ridotte rispetto alla legge 13 del 1989, potessero essere considerati parte dell'abbattimento delle barriere architettoniche. Il sindaco Lepore: "La sua richiesta fu un esempio civico per la città". 

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