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Esplosione alla Toyota di Bologna: chiusura a tempo indeterminato e cassa integrazione per 850 dipendenti

Le autorità hanno disposto il sequestro dell’impianto per agevolare le indagini

Esplosione nella fabbrica Toyota: chiusura indeterminata e cassa integrazione per 850 dipendenti

La fabbrica della Toyota Material Handling è stata chiusa a tempo indeterminato in seguito all'esplosione che ha causato la morte di due persone e il ferimento di altre undici. Le autorità hanno disposto il sequestro dell’impianto per agevolare le indagini, portando alla sospensione di tutte le attività produttive e logistiche dello stabilimento. Di conseguenza, agli 850 dipendenti è stata applicata la cassa integrazione, come comunicato dalla stessa azienda ai lavoratori al termine di una riunione con i sindacati. La sospensione delle operazioni, incluse quelle da remoto, è stata decretata fino a nuova comunicazione, a seguito del sequestro dell’impianto dovuto all'apertura di un fascicolo, attualmente a carico di ignoti, in relazione alle ipotesi di omicidio colposo e lesioni colpose gravissime.

Questo ennesimo incidente sul lavoro, le cui cause sono ancora oggetto di indagine da parte degli inquirenti, ha visto la tragica morte di due giovani operai, Fabio Tosi, 34 anni, e Lorenzo Cubello, 37. Altri undici operai sono rimasti feriti, di cui uno è ricoverato in condizioni critiche presso l’ospedale Maggiore di Bologna.

In seguito alla riunione tra i rappresentanti sindacali, l'amministratore delegato Michele Candiani e il responsabile delle risorse umane Michele Furzetti, è stata definita la cassa integrazione retroattiva al 23 ottobre. Tale misura non si applica, però, al sito di Crespellano, dove la produzione continuerà normalmente.

"I rappresentanti sindacali di Fim, Fiom e Uilm hanno richiesto l'attivazione dell'ammortizzatore sociale anche per i lavoratori somministrati e sollecitato la stabilizzazione dei due contratti interinali in scadenza al 31 ottobre (mentre gli altri contratti scadranno il prossimo 30 novembre, ndr) e l’integrazione al 100% a carico dell’azienda del trattamento di cassa integrazione," hanno dichiarato i sindacati."

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