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Detenuto incendia la sua cella alla Dozza, due agenti intossicati finiscono in pronto soccorso

L’istituto bolognese ospita circa 840 detenuti a fronte di una capienza di 500 posti, con un tasso di sovraffollamento del 168%

Detenuto incendia cella alla Dozza: emergenza sovraffollamento e sicurezza nelle carceri italiane

Foto d'archivio

Un grave episodio si è verificato nel carcere di Bologna, dove un detenuto ha dato fuoco alla propria cella. La notizia è stata resa nota da Domenico Maldarizzi, segretario nazionale della Uilpa (Unione italiana lavoratori pubblica amministrazione) polizia penitenziaria: «Il rogo,innescato dalla bruciatura del materasso e di altri oggetti presenti nella cella, ha rapidamente riempito la sezione detentiva del reparto H dell’infermeria di fumo nero e denso. La situazione è diventata subito critica, ma l’intervento tempestivo del personale di polizia penitenziaria ha impedito che l’incidente avesse conseguenze peggiori».

Grazie all’intervento immediato della polizia penitenziaria, è stato possibile evitare un’escalation della situazione. Gli agenti sono intervenuti con un idrante per contenere le fiamme e hanno provveduto a evacuare gli altri detenuti, trasferendoli nel cortile. Due agenti sono finiti in pronto soccorso per intossicazione da fumo.

Maldarizzi ha poi sottolineato la condizione critica dell’istituto bolognese Rocco D’Amato, che ospita circa 840 detenuti a fronte di una capienza di 500 posti, con un tasso di sovraffollamento del 168%. Il sindacato richiede «misure tangibili e immediate che possano deflazionare la densità detentiva, potenziare gli organici della polizia penitenziaria e delle altre figure professionali e garantire l’assistenza sanitaria e psichiatrica, con l’adeguata gestione dei ristretti tossicodipendenti e di quelli affetti da patologie psichiatriche».

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