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Medici in sciopero: "I politici ci elogiano ma poi non fanno niente di concreto"

Fimmg Bologna annuncia la protesta contro l'Ausl prevista per lunedì 11 novembre

Medici in sciopero: "I politici ci elogiano ma poi non fanno niente di concreto"

Medici in sciopero - foto di scena

Dopo il mancato incontro con la direttrice delle Cure primarie dell’Ausl, in uno stato di agitazione che va vanti da settimane, ai medici di famiglia del bolognese non resta altro da fare che scioperare. Lo ha annunciato Salvatore Bauleo, segretario provinciale e vice segretario regionale della Fimming (Federazione italiana medici di medicina generale): lunedì 11 novembre i dottori incroceranno le braccia. 

Una decisione arrivata nella tarda serata di ieri dal consiglio direttivo Fimmg Bologna, un gesto forte come ultima alternativa per farsi ascoltare dopo che ogni tentativo di dialogo sembrava essere caduto nel vuoto.

«Nonostante gli impegni presi davanti al Prefetto, la direttrice delle Cure primarie dell’Ausl non ci ha convocati come concordato in Prefettura e non ha nemmeno fissato una data nei prossimi giorni», ha raccontato Bauleo, come riporta Il Resto del Carlino.
«A questo punto, considerato lo stato di agitazione da noi già proclamato da settimane e venuti meno gli impegni presi dall’Azienda Usl, non possiamo non procedere con lo sciopero. Non abbiamo alternative, non ce ne hanno lasciate. Abbiamo detto che noi saremmo stati disponibili in qualsiasi momenti per un incontro, pur mantenendo lo stato di agitazione. Eravamo pronti a valutare se c’era veramente qualche apertura a quanto da noi chiesto e presentato. Non è successo nulla, quindi non resta che lo sciopero».

«Nonostante le forze politiche, a tutti i livelli, non perdano occasione per elogiare la categoria e sottolinearne il ruolo centrale nel nostro Sistema Sanitario Nazionale, da anni fanno poco o nulla per affrontare con reale interesse i problemi che affliggono la Sanità Territoriale. Per queste ragioni e per altre che in questa sede non elenco, abbiamo dichiarato, nella provincia di Bologna prima e nella Regione Emilia Romagna poi, lo Stato di Agitazione». Così aveva annunciato a inizio mese, Bauleo.
Al centro della questione vi è l'accusa rivolta all'Ausl di voler "ridimensionare il ruolo" del medico di base, trasferendo compiti e funzioni a medici di medicina generale a quota oraria. Una mossa che, secondo il sindacato, escluderebbe le rappresentanze della medicina generale dai processi decisionali più importanti. Bauleo sottolinea come l'Ausl abbia istituito ambulatori di prossimità, che operano negli stessi orari degli studi medici, creando un doppione delle attività e dirottando l'assistenza territoriale dai medici di assistenza primaria a quelli dell'emergenza territoriale.

Le ripercussioni di questo braccio di ferro non si limitano ai medici, ma toccano anche i pazienti.
L'Ausl, secondo la Fimmg, avrebbe disatteso l'intesa regionale sui Centri di Assistenza Urgente (CAU), limitando l'accesso a percorsi diagnostici rapidi e consulenze specialistiche urgenti solo ai pazienti che si recano nei CAU, escludendo quelli che si rivolgono al proprio medico curante. Questo, contrariamente a quanto previsto nell'intesa, rischia di creare disparità nell'accesso alle cure.
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