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Il fatto
08 Novembre 2024 - 14:43
Le mura fatiscenti della ex caserma Stamoto di Bologna, da simbolo di degrado urbano, si erano trasformate in un vero e proprio fortino della droga. Gli spacciatori avevano allestito un "bunker" di 80 metri quadrati, protetto da recinzioni artigianali, per operare indisturbati. Un'operazione complessa, quella condotta dalla polizia, che ha richiesto anche l'intervento dei vigili del fuoco per penetrare in questo covo ben protetto.
L'indagine, coordinata dal pubblico ministero Flavio Lazzarini e condotta dalla 4ª sezione della squadra mobile, è stata avviata la scorsa primavera. Dopo mesi di lavoro meticoloso, si è conclusa con l'emissione di sette misure cautelari nei confronti di altrettanti spacciatori, tutti cittadini marocchini irregolari. I due vertici dell'organizzazione sono stati arrestati e condotti in carcere, mentre un terzo individuo è stato posto agli arresti domiciliari. Per altri quattro membri del gruppo è stato disposto il divieto di dimora a Bologna.
La rete di spaccio era ben organizzata e strutturata. La clientela, composta interamente da cittadini italiani, ordinava la droga tramite un unico numero di telefono, gestito dai capi della banda. Questi ultimi, tuttavia, non si occupavano direttamente delle cessioni delle dosi, affidate a vari "cavalli" – termine che nel gergo della droga indica i corrieri. In caso di arresto, i "cavalli" venivano rapidamente sostituiti, garantendo così la continuità del traffico illecito.
Nel corso dell'indagine, che ha coinvolto complessivamente una quindicina di indagati, sono stati eseguiti dieci arresti in flagranza di reato. Le forze dell'ordine hanno sequestrato quasi un chilo di cocaina e 30mila euro in contanti, proventi dell'attività di spaccio. Un colpo significativo al cuore dell'organizzazione, che operava indisturbata in una zona da tempo al centro di polemiche per il suo stato di abbandono e degrado.
La ex caserma Stamoto, vasta area dismessa e abbandonata, è da anni al centro di polemiche. Un luogo che, anziché essere riqualificato, è diventato il teatro di attività illecite. La scoperta del bunker della droga non fa che confermare la necessità di un intervento deciso per restituire dignità a questa parte della città.
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