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08 Novembre 2024 - 14:33
L'aeroporto Marconi di Bologna saluta un capitolo della sua storia colorato di arancione. Dal 3 novembre, infatti, i tradizionali voli EasyJet, riconoscibili dalla loro iconica livrea, non decollano più dalla pista bolognese. Questa decisione pone fine a 13 anni e mezzo di operazioni che hanno collegato direttamente il capoluogo emiliano a Londra Gatwick, uno degli snodi aeroportuali più importanti del Regno Unito.
La storia del volo tra Bologna e Gatwick ebbe inizio nel marzo del 2011. Inizialmente programmato per operare quotidianamente, il collegamento ha visto una progressiva riduzione delle frequenze, passando a cinque voli settimanali durante le estati e ulteriormente ridotto a due o tre durante i mesi invernali. Questo cambiamento riflette probabilmente risultati commerciali che non hanno mai pienamente soddisfatto le aspettative della compagnia.
La relazione tra EasyJet e l'aeroporto Marconi non è mai stata delle più solide, con vari tentativi di espansione verso altre destinazioni – come Parigi Charles de Gaulle, Amburgo, Ginevra e Olbia – che hanno tutti subito la stessa sorte del volo per Gatwick. La fine di questa collaborazione lascia un vuoto significativo, privando il Marconi di un importante vettore europeo e di un collegamento strategico con il sud di Londra.
Londra Gatwick, pur essendo il secondo aeroporto della capitale britannica, rappresenta un nodo cruciale per molte connessioni indipendenti e una comoda porta d'accesso alla vasta area meridionale della metropoli. L'assenza di EasyJet da Bologna potrebbe quindi costringere i viaggiatori a ricercare alternative meno dirette o più costose, con possibili ripercussioni anche sul traffico complessivo dello scalo.
Mentre l'aeroporto di Bologna potrebbe cercare nuovi partner per rimpiazzare questo vuoto, la decisione di EasyJet sottolinea ancora una volta le sfide del settore del trasporto aereo, dove la redditività e la strategia operativa possono spesso portare a scelte difficili. Resta da vedere se, in futuro, ci saranno possibilità per nuovi collegamenti o se, almeno per il momento, il Marconi dovrà fare i conti con la perdita di una delle sue sfumature più vibranti.
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