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LA PROPOSTA
11 Novembre 2024 - 21:00
CARCERE DELLA DOZZA
In un’Italia dove la questione penitenziaria è da sempre al centro di dibattiti e polemiche, arriva una proposta che potrebbe segnare una vera rivoluzione: tablet con accesso a internet per i detenuti, ma con un controllo rigoroso. L'idea, promossa dalle Camere Penali Internazionali, è destinata a cambiare il volto del sistema penale, trasformando le carceri da luoghi di sola punizione a spazi di riabilitazione e crescita personale.
L’iniziativa, che sarà presentata il prossimo 14 novembre alla Camera dei Deputati durante l’incontro “Verso gli Stati Generali della Sicurezza 2025”, ha un obiettivo ambizioso: fare dell’accesso alla rete un diritto umano anche per chi si trova dietro le sbarre, un'opportunità per studiare, imparare un mestiere e prepararsi al reinserimento nella società. Il concetto è chiaro: il tablet non sarà un passatempo, ma uno strumento di formazione, che permetterà ai detenuti di proseguire il loro percorso educativo, accedendo a corsi professionali, testi didattici e materiale che favorisca la crescita culturale e professionale. “Il tablet non servirà per divertirsi, ma per studiare, per costruire il proprio futuro”, afferma l’avvocato Alexandro Maria Tirelli, presidente delle Camere Penali del Diritto Europeo e Internazionale.
Non si tratta di una concessione gratuita: l’accesso a internet sarà strettamente regolamentato e supervisionato dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, che approverà i contenuti accessibili. Nessun social media, nessuna navigazione senza controllo. In cambio, i detenuti potranno apprendere nuove competenze, imparare lingue straniere o approfondire materie professionali che li aiuteranno a ricostruire una vita al di fuori delle mura carcerarie. L’innovazione non si ferma qui. La proposta prevede anche un sistema di riduzione della pena legato ai progressi educativi. In pratica, chi dimostra di impegnarsi nel proprio percorso di riabilitazione potrebbe veder ridotto il proprio periodo di detenzione. Ma attenzione, i detenuti in alta sicurezza non potranno beneficiare di questa opportunità.
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