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IL CASO
11 Novembre 2024 - 13:00
Nicola Amato rompe il silenzio sui social: «Mio padre non è un assassino, non lo abbandono»
Nicola Amato si schiera apertamente in difesa del padre, Giampaolo Amato, con un lungo messaggio pubblicato su Instagram, dopo un "silenzio di anni" riguardo alla tragedia che ha colpito "la nostra famiglia perfetta". "Mio padre è colpevole, sì, ma solo di aver gestito in modo pessimo una relazione extraconiugale, facendo soffrire immensamente me, mia sorella e mia madre", ha scritto.
La presa di posizione di Nicola arriva ora che il padre è stato condannato all'ergastolo in primo grado per l'omicidio della moglie, Isabella Linsalata, e della suocera, Giulia Tateo. Entrambe, secondo l'accusa, sarebbero state uccise attraverso la somministrazione di un mix di benzodiazepine e anestetico.
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Il figlio minore della coppia ha deciso di prendere parola: "Ora basta", ha esordito nel suo sfogo. "Sono stato in silenzio troppo a lungo e ho raggiunto il limite. Continuo a leggere articoli e ascoltare interviste di persone che si sono rese protagoniste esclusivamente della nostra storia. Tuttavia, i racconti e i fatti riportati sono spesso e volentieri diversi da quelli che io ho vissuto", ha affermato.
Il suo riferimento è ad Annamaria Linsalata, sorella di Isabella, il cui sospetto ha dato avvio alle indagini sul cognato e che si è costituita parte civile nel processo. Annamaria, insieme ad alcune amiche intime, aveva raccolto le confidenze di Isabella riguardo alle tisane che il marito le preparava la sera. Queste tisane risultavano troppo amare, e Isabella temeva contenessero dei sedativi, sospetto rafforzato dalle analisi delle urine, effettuate di nascosto e consegnate alle amiche, che nel 2021 confermarono un tasso elevato di benzodiazepine.
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