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Bologna: scandalo in carcere, droga in cambio di regali

Sospesi quattro agenti penitenziari alla Dozza

Bologna: Scandalo Droga in Carcere, Sospesi Quattro Agenti Penitenziari alla Dozza

Bologna: scandalo in carcere, droga in cambio di regali

Il carcere della Dozza di Bologna è nuovamente sotto i riflettori a causa di un'inchiesta che ha portato alla sospensione di quattro agenti penitenziari, accusati di aver facilitato l'ingresso di droga all'interno della struttura in cambio di piccoli regali. Un caso che solleva interrogativi sulla sicurezza e l'integrità del sistema penitenziario italiano.

L'indagine, coordinata dal pubblico ministero Stefano Dambruoso, ha portato alla luce un sistema di corruzione all'interno del penitenziario bolognese. Gli agenti sospesi sono accusati di corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio e falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico. Secondo le accuse, avrebbero omesso di ispezionare accuratamente i pacchi che un detenuto portava in carcere al rientro dai permessi premio, redigendo false "distinte degli oggetti consegnati". In cambio, ricevevano regali di modesto valore, come bottiglie di vino, biscotti e dolciumi.



I fatti contestati risalgono alla seconda metà del 2023. L'inchiesta è partita grazie alla segnalazione di un agente che si era rifiutato di far passare 30 grammi di cocaina. Le indagini hanno rivelato che lo stupefacente introdotto nel carcere era destinato allo spaccio tra i detenuti. Il 29 luglio 2023, un pacco postale contenente oltre 300 grammi di hashish è stato intercettato. La droga, nascosta tra pacchi di alimenti, era destinata a un detenuto 55enne di Torre Annunziata, già noto per traffico di stupefacenti tra Napoli e l'Olanda.



Inizialmente, il giudice per le indagini preliminari Letizio Magliaro aveva rigettato le richieste di misure cautelari, ritenendo che la lieve entità delle regalie non giustificasse provvedimenti restrittivi. Tuttavia, il tribunale del riesame ha accolto l'impugnazione della procura, disponendo la sospensione dal servizio per i quattro agenti e gli arresti domiciliari per il figlio e la compagna del detenuto napoletano. Quest'ultimo era già coinvolto in una maxinchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia bolognese, che vede circa 50 imputati per lo smercio di telefoni cellulari e schede SIM all'interno della Dozza.


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