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Sciopero all'Interporto di Bologna: diritti negati e paura di rimanere disoccupati

I magazzinieri di Easy Coop si fermano per rivendicare le insicurezze lavorative

Sciopero all'Interporto di Bologna: diritti negati e paura di rimanere disoccupati

Sciopero all'Interporto di Bologna: diritti negati e paura di rimanere disoccupati

Mentre il mondo si prepara alla frenesia del Black Friday, all'Interporto di Bentivoglio, vicino Bologna, si respira un'aria di tensione. Un gruppo di lavoratori ha deciso di incrociare le braccia, portando alla ribalta questioni di diritti negati e insicurezze lavorative. La protesta, iniziata il 25 novembre, coinvolge una sessantina di magazzinieri, per la maggior parte donne e di origine straniera, impiegati dalla cooperativa lombarda Easy Coop. Questi lavoratori, iscritti al sindacato di base Si Cobas, operano per la multinazionale statunitense GXO, nota per la distribuzione di articoli di profumeria ed estetica per grandi marchi come Douglas.

Al centro della protesta vi è il timore di perdere il posto di lavoro e la denuncia del mancato rispetto dei diritti previsti dal contratto nazionale di lavoro. «Questi lavoratori, per lo più lavoratrici, chiedono di essere rispettati», afferma Pietro De Marco, sindacalista di Si Cobas. «Da anni si vedono negato il pagamento di istituti fondamentali come la malattia e l'infortunio. Inoltre, alcuni di essi sono ingiustamente inquadrati con contratti part-time quando invece lavorano tutti i giorni otto ore».



La situazione è resa ancora più complessa dalle vicende giudiziarie che coinvolgono GXO. Lo scorso luglio, la società è finita nel mirino della procura di Milano, che ha sequestrato 83,9 milioni di euro per evasione fiscale e intermediazione illecita di manodopera. Un'inchiesta che potrebbe avere ripercussioni su tutta la filiera e che alimenta le preoccupazioni dei lavoratori. «Abbiamo chiesto un incontro sia ai vertici di GXO sia a quelli di Easy Coop - continua De Marco - e per tutta risposta sono state inviate le forze dell'ordine per bloccare l'agitazione, che invece proseguirà fino a quando non saremo convocati».

La protesta all'Interporto di Bologna mette in luce un paradosso: mentre si parla di logistica etica e si annuncia l'imminente allargamento dei collegamenti ferroviari, i diritti dei lavoratori continuano a essere calpestati. «Paradossale pensare all’aumento dei treni, ma non vigilare sul rispetto dei diritti contrattuali di chi in quell’hub ci lavora da anni», sottolinea De Marco. 

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