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carceri
28 Novembre 2024 - 11:40
Foto di repertorio
L'Italia si trova di fronte a un'emergenza carceraria che non può più essere ignorata. Con 82 suicidi tra i detenuti dall'inizio dell'anno, un numero che si avvicina pericolosamente al record negativo di 85 del 2022, e sette agenti di polizia penitenziaria che si sono tolti la vita, la situazione è drammatica. A Bologna, il Comune ha deciso di agire, chiedendo ai cittadini di scendere in piazza sabato 30 novembre, in Piazza Lucio Dalla, per un momento di riflessione e protesta contro il sovraffollamento e le morti nelle carceri.
I dati presentati dall'assessore comunale al welfare di Bologna, Luca Rizzo Nervo, sono eloquenti: 62.110 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 51.234 posti, con il carcere di Bologna che ospita circa 850 persone in spazi progettati per 500. Inoltre, 14.000 detenuti vivono in celle di soli 3-4 metri quadrati e si registrano 10.000 atti di autolesionismo. Questi numeri non sono solo statistiche, ma rappresentano una grave violazione dei diritti umani che non può essere tollerata in un paese civile.
L'obiettivo della manifestazione è chiaro: "Chiamare a raccolta i cittadini per dire che questo non è più sopportabile", ha dichiarato Rizzo Nervo. L'iniziativa, organizzata dal Comune di Bologna insieme all'Ordine degli Avvocati, mira a lanciare una campagna politica a livello nazionale per promuovere il carcere come strumento residuale di espiazione della pena e adottare misure urgenti di clemenza per ridurre il sovraffollamento, come l'amnistia o l'indulto.
Ettore Grenci, legale del Consiglio dell'Ordine bolognese, ha sottolineato quanto sia difficile parlare di carceri oggi senza cadere in slogan semplicistici. "Questo linguaggio non è degno di un paese civile", ha affermato, riferendosi alle recenti polemiche suscitate dalle dichiarazioni del sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro. Grenci ha ricordato che l'articolo 27 della Costituzione italiana, concepito dai padri costituenti, è frutto di un desiderio di superare le carceri fasciste e promuovere una cultura del carcere più umana.
Alla manifestazione hanno aderito trenta associazioni, tra cui CGIL, Caritas, Antigone, Cefal, ANPI, e l'attore Alessandro Bergonzoni, che ha annunciato la sua partecipazione con una lettera in cui ha dichiarato: "Sabato lancerò 'il movimento dei rivoltosi fuori' indossando giacche e cappotti rivoltati per manifestare contro tutto quello che di rivoltante avviene nelle galere di una nazione democratica". Presenti anche le consigliere Antonella Di Pietro, Rita Monticelli (delegata del sindaco ai diritti umani) e il garante comunale dei diritti delle persone private della libertà personale, Antonio Ianniello.
Rita Monticelli ha lanciato un appello al mondo del lavoro affinché investa in percorsi di inserimento lavorativo per i detenuti. "Il carcere non può diventare deposito delle numerose povertà", ha affermato, sottolineando l'importanza di offrire opportunità di reinserimento sociale e lavorativo per chi ha scontato la propria pena.
Il garante comunale dei diritti delle persone private della libertà personale, Antonio Ianniello, ha avvertito che, se non verranno adottate misure deflattive per il sovraffollamento, l'Italia rischia di raggiungere nuovamente la soglia di detenuti che nel 2013 portò alla condanna da parte della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo per le condizioni inumane e degradanti delle carceri italiane.
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