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La difesa fa ancora un tentativo, richiesta di domiciliari per Gualandi

Un caso intricato che intreccia dramma personale e giudiziario, tra richieste di misure cautelari e accuse di omicidio aggravato

Omicidio di Sofia Stefani: Nuova Richiesta di Domiciliari per Giampiero Gualandi

La difesa fa ancora un tentativo, richiesta di domiciliari per Gualandi

Il caso di Giampiero Gualandi, il vigile urbano di 63 anni accusato dell'omicidio della collega Sofia Stefani, continua a tenere banco nelle aule di giustizia e in chi cerca risposte. 

Gualandi, attualmente in carcere, sostiene che il tragico evento sia stato un incidente. Secondo la sua versione, il colpo mortale sarebbe partito accidentalmente durante una colluttazione con Sofia Stefani, 33 anni, che si era recata nel suo ufficio al comando di polizia locale di Anzola. La difesa di Gualandi, guidata dall'avvocato Claudio Benenati, ha recentemente presentato una nuova istanza per ottenere gli arresti domiciliari, dopo che una precedente richiesta era stata annullata per motivi tecnici.



La vicenda giudiziaria è complessa e vede la procura, rappresentata dal procuratore aggiunto Lucia Russo e dal sostituto Stefano Dambruoso, opporsi fermamente alla concessione dei domiciliari. La questione è stata ulteriormente complicata dalla mancanza di braccialetti elettronici, che ha impedito l'esecuzione della misura cautelare meno restrittiva inizialmente concessa dal gip Domenico Truppa. Ora, con la nuova istanza depositata, la difesa spera di ottenere un alleggerimento della misura cautelare, mentre la parte offesa, rappresentata dall'avvocato Andrea Speranzoni, potrebbe presentare opposizione.



Nel frattempo, la procura ha chiuso le indagini e ha chiesto il giudizio immediato per omicidio aggravato dai futili motivi e dall'averlo commesso su una persona con cui Gualandi aveva un legame affettivo. La data del processo non è ancora stata fissata, ma si prevede che possa avvenire nella primavera del prossimo anno. 

La relazione tra Gualandi e Stefani, che si dice fosse terminata in modo burrascoso, aggiunge un ulteriore strato di complessità al caso. Secondo la difesa, il giorno dell'incidente, Stefani avrebbe fatto irruzione nell'ufficio di Gualandi, incapace di accettare la fine della loro storia. È in questo contesto che sarebbe avvenuto lo scontro, culminato nel tragico sparo.


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