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una colazione fatale
04 Dicembre 2024 - 09:45
Chiede un bicchiere d'acqua e le danno del detersivo, va in coma per 10 giorni
Una donna di 48 anni dopo aver bevuto un bicchiere d'acqua in un bar, è finita in coma per quasi dieci giorni. Oggi, mentre cerca di riprendersi, fatica a parlare e a mangiare, e si trova nell'incertezza riguardo ai danni permanenti. Con quattro figli da mantenere, la situazione è diventata insostenibile. E, a peggiorare le cose, non ha ricevuto nemmeno delle scuse.
Il 2 novembre, intorno alle 8.30, la donna si era recata al suo bar abituale nella zona di Savena a Bologna per fare colazione. Era un locale che conosceva bene, dato che lavorava come colf nel palazzo di fronte. Dopo aver gustato una brioche e un latte macchiato, ha chiesto alla barista di servirle un bicchiere d'acqua. Ma dopo il primo sorso, ha immediatamente capito che qualcosa non andava: il liquido non era acqua, ma sembrava detersivo per lavastoviglie.
In preda al panico, ha chiesto spiegazioni alla barista, che ha rapidamente gettato il contenuto del bicchierino nel lavandino. La cliente ha insistito per sapere perché fosse stato buttato via e la barista ha risposto che probabilmente c'era rimasto del detersivo.
Pochi istanti dopo, la situazione è precipitata: la donna ha iniziato a vomitare e ha avvertito un dolore intenso alle labbra e alla gola. Ha richiesto l'intervento dei soccorsi e alle 9 è stata trasportata in ospedale, dove è stata ricoverata. Gli esami hanno rivelato gravi lesioni al cavo orale e all'esofago, con ulcere sanguinanti compatibili con ingestione di sostanze caustiche.
Le autorità sono state informate dell'accaduto e sono attualmente in corso indagini preliminari per lesioni colpose gravissime. Al momento, l'unica persona sotto inchiesta è la barista che ha servito il bicchiere.
L'avvocato della donna, Giulio Cristofori, ha espresso preoccupazione per la mancanza di risposte da parte del bar: «Non sappiamo se ci sarà un risarcimento danni. È incredibile che il locale continui a operare normalmente senza apparentemente subire controlli. Inoltre, i gestori non hanno nemmeno risposto alla nostra richiesta di risarcimento inviata con il collega Nicola Montanari».
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