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05 Dicembre 2024 - 10:00
Assolta la bidella accusata di abusi: «Oggi finisce un incubo»
Una collaboratrice scolastica è stata accusata di aver commesso violenza sessuale su un bambino di cinque anni mentre svolgeva le sue funzioni come personale ATA. A seguito di queste accuse, la sua abitazione è stata perquisita e sono stati sequestrati telefoni e dispositivi elettronici, oltre ad essere stata sospesa dal lavoro.
Ieri, la donna è stata assolta, poiché il giudice ha stabilito che “il fatto non sussiste”. Commentando la sentenza, la collaboratrice ha dichiarato: «Oggi finisce un incubo. Non vedo l’ora di tornare al lavoro che amo e che ho sempre svolto».
La vicenda risale a un paio d'anni fa in una scuola materna nella provincia di Bologna. L'anno scorso, la donna si è trovata coinvolta in un'accusa di violenza sessuale su minore. Si tratta di un caso estremamente delicato che ha coinvolto una professionista con una carriera impeccabile in vari istituti, senza mai alcuna macchia nel suo percorso lavorativo. Durante il procedimento legale, è stata assistita dagli avvocati Giuseppe Trimboli e Gabriele Chiaradonna.
Dopo il presunto episodio, i genitori del bambino hanno presentato denuncia. Il piccolo, ripreso in video dai genitori, aveva raccontato che la bidella lo aveva accompagnato in bagno e, nel tentativo di aiutarlo a fare pipì, lo avrebbe toccato nelle parti intime. Secondo il bambino, quando le aveva chiesto di fermarsi perché gli faceva male, lei avrebbe continuato.
Dopo il racconto del bambino, è stata avviata un'indagine da parte dei carabinieri e una consulenza psicologica per verificare il benessere del piccolo. Tuttavia, il bambino ha riferito di un solo episodio.
Secondo i legali della donna, l'atteggiamento nel bagno non era affatto sessualizzato. Inoltre, hanno sottolineato che la collaboratrice ha continuato a prendersi cura del bambino per circa un anno dopo il presunto incidente senza alcun problema.
Dalla denuncia alla perquisizione della casa della collaboratrice scolastica (avvenuta nel giugno 2023) è passato circa un anno. I carabinieri hanno sequestrato i suoi telefoni e altri dispositivi per cercare eventuali materiali pedopornografici, ma non è emerso nulla a sostegno delle accuse di violenza sessuale né sono stati trovati file o documenti collegabili alla pedopornografia.
Ieri, durante l'udienza preliminare con rito abbreviato presso il tribunale di Bologna, il giudice Andrea Salvatore Romito ha assolto l'imputata con la motivazione che “il fatto non sussiste”. Le motivazioni saranno rese note entro trenta giorni. Questa situazione ha causato un notevole stress e pressione psicologica alla collaboratrice scolastica, che è stata sospesa dal servizio per alcuni mesi. Ora attende con ansia di poter riprendere il suo lavoro.
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