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tra false assunzioni e prostituzione

Rimini: smantellata rete criminale, coinvolto dipendente Inps

La banda non si limitava al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, ma si estendeva allo sfruttamento lavorativo e sessuale delle vittime

Rimini: Smantellata Rete Criminale di Favoreggiamento dell'Immigrazione e Prostituzione

Rimini: smantellata rete criminale, coinvolto dipendente Inps

Smantellata una rete criminale a Rimini, dove dodici persone sono state colpite da misure cautelari per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione. Tra gli indagati figura anche un dipendente dell'Inps, coinvolto in un sistema che prometteva permessi di soggiorno in cambio di lavori massacranti e matrimoni fittizi.

L'inchiesta, avviata dalla Procura di Rimini, ha rivelato un complesso sistema di sfruttamento che operava tra il 2017 e il 2020. La rete criminale prometteva permessi di soggiorno a cittadini extracomunitari, principalmente provenienti dal Nord Africa, in cambio di lavori sottopagati e senza diritti. Gli indagati, tra cui italiani e stranieri, avevano creato un consorzio di aziende e intermediari che facilitavano false assunzioni e matrimoni fittizi, utilizzando anche documenti falsi.

Le indagini sono state avviate grazie alla denuncia di un cittadino egiziano, che ha raccontato ai carabinieri di aver pagato 6mila euro per ottenere un'assunzione fittizia, necessaria per il rilascio del nulla osta d'ingresso in Italia. Questo episodio ha permesso di scoprire un vasto giro di traffico illecito di migranti, con reati che vanno dal favoreggiamento dell'immigrazione clandestina allo sfruttamento della prostituzione e alla corruzione continuata.

I carabinieri, nella giornata odierna, hanno arrestato undici persone in Emilia Romagna e nelle Marche, mentre un'altra è sottoposta all'obbligo di presentazione in questura. Gli arresti sono stati eseguiti a Bologna, Forlì-Cesena, Reggio Emilia e Pesaro. Tra gli indagati, oltre al dipendente dell'Inps, ci sono un addetto a un patronato romagnolo e un commercialista residente fuori dall'Emilia Romagna. Le indagini hanno coinvolto intercettazioni telefoniche e pedinamenti per smascherare il sistema.

Gli imprenditori coinvolti nel sistema stipulavano false assunzioni, facendo risultare le vittime come lavoratori regolari, mentre in realtà erano sfruttati nel settore turistico riminese. Le false assunzioni servivano anche per ottenere indennità di disoccupazione. Alcune vittime, spacciate per badanti, erano costrette a prostituirsi, subendo abusi da parte degli indagati o di clienti occasionali.


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