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Nuove rivelazioni sulle morti dei neonati: "Il primo potrebbe essere nato vivo"

Le misurazioni ossee indicano che sono compatibili con quelle di un neonato a termine

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Nuove rivelazioni sulle morti dei neonati: "Il primo potrebbe essere nato vivo"

Il primo bambino di Chiara Petrolini, la studentessa di 21 anni di Parma accusata di aver ucciso e sepolto nel giardino della sua casa a Vignale di Traversetolo due neonati, potrebbe essere nato vivo.

Secondo quanto riportato dalla Gazzetta di Parma, le relazioni medico-legali presentate dai consulenti della Procura di Parma suggeriscono che, nonostante l'assenza di tessuti molli nei resti del neonato non permetta conclusioni definitive, è plausibile che la causa della morte non sia da attribuire a una morte endouterina fetale prima del parto.

Di conseguenza, non si esclude che il bambino fosse vivo alla nascita, avvenuta alla 40ª settimana. Le misurazioni ossee effettuate dagli esperti indicano che sono compatibili con quelle di un neonato a termine. Tuttavia, la consulenza non fornisce una risposta definitiva; per stabilire se il bambino fosse vivo alla nascita sarebbe necessaria la presenza di una "stria neonatale", che segnala la vitalità del neonato. Anche se questa stria non è stata trovata, se il bambino fosse morto subito dopo il parto, potrebbe non aver avuto il tempo necessario per formarsi.

Al contrario, non ci sono dubbi sul fatto che il secondo neonato, nato ad agosto e sepolto anch'esso nel giardino, fosse vivo quand'è venuto alla luce. L'autopsia ha confermato che il neonato respirava al momento della nascita e che la sua morte è stata causata da uno shock emorragico legato al cordone ombelicale reciso.


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