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Lavoro
14 Dicembre 2024 - 11:45
In un'epoca in cui gli algoritmi sembrano dettare legge nel mondo del lavoro, la vicenda dei tre autisti sospesi da Amazon a Calderara di Reno può rappresentare una significativa vittoria per i diritti dei lavoratori. La notizia del loro reintegro, comunicata dalla FILT-CGIL, è stata accolta con soddisfazione non solo dai diretti interessati, ma anche da molti colleghi e rappresentanti delle istituzioni locali.
La storia è iniziata quando i tre autisti, impiegati dalla società Team Work in appalto per Amazon, ricevono una lettera di sospensione immediata. La loro colpa? Non aver caricato sul furgone tutti i pacchi assegnati dall'algoritmo. Un'accusa che, secondo il sindacato, nasconde pressioni indebite sui lavoratori, costretti a operare senza considerare i rischi per la loro sicurezza. Carlo Parente, funzionario della FILT-CGIL, ha dichiarato: «Con Team Work è stato raggiunto un accordo che prevede il ritiro della sospensione cautelare dei tre autisti con l'impegno da parte aziendale a retribuire le giornate non lavorate».
Questa vicenda non è solo una questione di giustizia per i tre autisti, ma rappresenta un precedente importante per tutti i lavoratori del settore. La FILT-CGIL aveva già denunciato le pressioni esercitate sugli autisti, sottolineando come l'algoritmo non tenesse conto delle condizioni reali di lavoro. «Riteniamo che la ragione principale di un provvedimento così spropositato sia quella di terrorizzare i lavoratori affinché non si permettano di non caricare tutto quello che un algoritmo dispone venga consegnato», aveva affermato il sindacato.
Il caso ha suscitato una vasta eco, coinvolgendo non solo i colleghi dei tre autisti, ma anche rappresentanti delle istituzioni. Sergio Lo Giudice, capo di gabinetto della città metropolitana, ha chiesto alla direzione di Team Work di rivedere la propria posizione, sottolineando l'importanza di allinearsi ai valori promossi dalla Carta per la Logistica Etica. Parente ha espresso gratitudine verso tutti coloro che hanno sostenuto la causa: «Ringraziamo tutti i colleghi dei tre autisti, anche di Parma, Rimini e Piacenza, che hanno contribuito in maniera determinante».
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